Nel primo semestre 2024 gli Npe delle banche significative europee sono aumentati di 16 miliardi di euro, portando il totale a 373 mld, ma l’Italia è in controtendenza e migliora ulteriormente: il tasso del deterioramento del credito italiano scende infatti all’1,01% e si prevede che lo stock complessivo di Npe cali a 290 mld a fine anno, per attestarsi a 277 mld nel 2026.Si tratta di una ulteriore conferma dell’eccellente lavoro svolto dalle banche italiane e dagli operatori dell’industria del credito deteriorato. Dal 2015 in poi, questi ultimi hanno saputo accompagnare con efficacia il sistema bancario liberando sofferenze e permettendo la generazione di nuovo credito.
Quelli nei bilanci dei player bancari saranno circa 51: un dato in linea con l’esercizio 2023, che confermerebbe l’Npe ratio del sistema sotto la soglia del 5% definita da EBA. Sono le principali risultanze del “Market Watch Npl” di Banca Ifis, presentato venerdì 27 settembre a Cernobbio durante il 13esimo Meeting annuale dedicato all’industria del credito deteriorato.
Un’industria che, secondo il presidente dell’istituto Ernesto Fürstenberg Fassio, “ha fatto un cambio di passo prendendo piena consapevolezza del proprio ruolo, nel costruire un sistema più sostenibile per tutti ma anche nel favorire la reinclusione finanziaria dei soggetti fragili attraverso modelli di recupero sostenibili: ora serve fare un salto in lungo in questa direzione“.
La stabilizzazione degli stock di deteriorato si ripercuote anche sui volumi di Npl transati, attesi in riduzione a 19 mld entro il prossimo dicembre dai 23 mld del 2023 e dai 32 mld del 2022. Il mercato primario sarà sempre più competitivo e con prezzi in aumento a causa degli inferiori volumi di nuova offerta, mentre ci si aspetta un riassestamento del mercato secondario trainato dall’ottimizzazione dei portafogli in gestione.
Al microfono della director di PLTV.it Marcella Frati, l’AD di Banca Ifis, Frederik Geertman…
