Si chiama Niña il fenomeno di raffreddamento anomalo dell’Oceano Pacifico che ha contribuito a provocare forti inondazioni nell’Australia orientale e ha esacerbato la siccità negli Stati Uniti e nell’Africa orientale negli ultimi due anni.
Il prolungarsi de La Niña potrebbe aumentare la possibilità di inondazioni nel sud-est asiatico, alzando ancora il rischio di siccità e incendi negli Stati Uniti sudoccidentali.
Durante “La Niña”, i venti si rafforzano, l’acqua calda si sposta a ovest e il Pacifico orientale diventa più fresco e secco. Gli impatti sono di vasta portata.
L’attuale La Niña si è presentata la prima volta intorno a settembre 2020 e da allora si è sempre mantenuta su livelli tra “lieve” e “moderata” per la maggior parte del tempo. Ad aprile 2022 il fenomeno si è intensificato, provocando un’ondata di freddo sull’Oceano Pacifico equatoriale orientale che non si vedeva in quel periodo dell’anno dal 1950.
La persistenza delle condizioni di La Niña nell’Oceano Pacifico centrale e orientale è stata una delle principali ragioni delle stagione di gravi eventi meteorologici estremi dal 2020 a oggi, ha osservato Aon.
AON osserva che durante i primi sei mesi del 2022 si sono verificati diversi casi di ondate di caldo con temperature da record e piogge abbondanti. Eventi che hanno provocato siccità e inondazioni intense in molte aree degli Stati Uniti.
Insomma, il cambiamento climatico continua a influenzare questi eventi naturali estremi.
Sebbene ondate di caldo e inondazioni non siano una novità, il cambiamento climatico ha favorito l’intensificarsi di questi eventi. Solo per quanto riguarda le temperature estreme, secondo gli scienziati il climate change sta allungando i tempi di durata degli eventi, sempre più intensi e frequenti e con un inizio sempre più precoce sul calendario annuale.
Aon ritiene che il bilancio delle ondate di caldo sulla salute umana e sul mercato energetico si farà più pesante, poiché le temperature medie globali continueranno a salire.
Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), le temperature globali dell’Oceano e della Terra durante la prima metà del 2022 sono state di 0,85° C al di sopra della media del 20° secolo. Ciò ha generato il sesto primo semestre dell’anno più caldo dall’inizio delle registrazioni delle temperature nel 1880.
Un’ondata di caldo precoce e intensa si è diffusa nell’Europa occidentale a metà giugno, in particolare in Spagna e Francia. Le temperature massime hanno raggiunto i 45°C e hanno battuto molti record mensili e di tutti i tempi. La Francia (esclusa la Corsica) ha registrato i primi 40°C nella storia il 16 giugno.
Si prevede che tali anomalie meteorologiche aumenteranno di frequenza determinando maggiori perdite economiche e, a loro volta, una maggiore domanda di protezione assicurativa e riassicurativa, comprese le soluzioni innovative come le polizze parametriche.