Nel 2023 la produzione nazionale dei broker assicurativi è cresciuta a 145 milioni di euro, con il settore danni (+7,7% a/a) che ha più che compensato il calo del Vita (-4,8%).
I dati Aiba sono stati anticipati nel weekend da Plus24 del comparto vita. In particolare, dei circa 45 miliardi raccolti dai rami Danni, 18 (il 40,2% dei premi totali) arrivano dalle imprese di brokeraggio che l’anno scorso hanno contribuito da sole al 66% dello sviluppo del comparto (+13%): in soldoni, 2 dei 3,1 mld di crescita complessiva. La raccolta danni delle agenzie è stata invece di 21 mld (il 47% dei premi), mentre il restante 13% del mercato se lo spartiscono soprattutto vendita diretta e sportelli bancari.
Intervistato dall’inserto del Sole24Ore, per il presidente Aiba Flavio Sestilli la formula del successo risiede nelle “soluzioni tailor made con una vasta scelta di compagnie, mentre il mercato si sta appiattendo su soluzioni generiche e predefinite che non sono tagliate precisamente sui settori merceologici“; inoltre, in base al trend degli intermediari iscritti al Rui, “aumentano i professionisti agenti che passano a broker, oggi lo fanno anche molti 40-50enni e non solo gli agenti a fine carriera“.
Anche la recente relazione 2023 dell’IVASS sottolinea come l’incidenza dei broker nella raccolta sia cresciuta leggermente al 10,2% (dal 7,6% di 10 anni fa) contro il 9% di uffici bancari e postali e il 76,6% del canale agenziale, con mandato o in economia, stabilmente in testa ma in lieve flessione dall’83% del 2013.