Gli agenti del Gruppo Agenti Generali Italia plaudono ai risultati dell’assemblea degli azionisti, per la nomina del nuovo board al quale hanno contribuito fortemente.
L’assemblea degli azionisti di Assicurazioni Generali, infatti, nonostante tutte le vicissitudini che la hanno preceduta si è espressa a favore della lista del consiglio di amministrazione uscente.
Si tratta di una vittoria per l’a.d. uscente, Philippe Donnet, chiamato ad un terzo mandato e sostenuto fortemente anche dagli agenti. Gabriele Galateri di Genola, lascia invece la presidenza dopo 11 anni. Al suo posto Andrea Sironi.
“Ringraziamo il presidente Galateri uscente e il confermato ceo Donnet, per aver ricordato, come hanno sempre fatto in questi anni il ruolo importante degli agenti di assicurazione, che hanno ringraziato più volte durante il loro intervento di oggi” chiosa Vincenzo Cirasola, presidente di GA-GI (Gruppo Agenti Generali Italia).
“Per questo motivo, come ha ribadito in una recente intervista, un rappresentante degli agenti meriterebbe di essere presente nel board per contribuire anch’essi, in prima persona, alla definizione della strategia aziendale portando in quella sede l’apporto della propria esperienza e professionalità. In altri paesi già avviene ma credo che anche in Italia rappresenterebbe un’evoluzione positiva. Gli agenti meritano tale “posto” non tanto per il peso del numero delle azioni, ma per il volume d’affari che rappresentiamo, e soprattutto per il ruolo strategico e il valore che abbiamo sia come piccoli azionisti sia come partner della compagnia” prosegue il presidente di GA-GI.
“I risultati dell’assemblea di oggi segnano un’importante e positiva svolta nella storia delle Generali. I nuovi amministratori, frutto della lista proposta per la prima volta dal consiglio uscente, hanno un chiaro commitment, e sanno a chi devono rispondere del loro operato: al mondo degli investitori istituzionali che li hanno votati e che sono interessati, al pari di noi agenti, unicamente allo sviluppo ed ai profitti della compagnia” continua Cirasola. “Nel futuro delle Generali non c’è più posto per quel capitalismo di relazione che ha compromesso lo sviluppo del Leone nel passato e che rischiava di fare altrettanto anche per il futuro” conclude Cirasola.