La svizzera offre il rimborso delle spese contraccettive tramite un’assicurazione complementare. Una mossa giudicata da Léonore Porchet, la presidente dell’associazione Sexual Health, come “un’ottima proposta di marketing che permette di attirare “buoni rischi” in una fascia d’età giovane”, ha dichiarato ai media del gruppo ESH, mostrandosi scettica sull’iniziativa e ricordando come l’accesso alla contraccezione sia soprattutto una questione legata alla disponibilità economica delle donne.
L’offerta è già presente sul sito web dell’assicuratore malattia. L’assicurazione complementare copre tutti i contraccettivi prescritti da un medico o che richiedono l’intervento di un medico, come la spirale e la pillola. Sono coperti anche i costi di sterilizzazione. Il rimborso è previsto al 90%, fino a un massimo di 500 franchi all’anno.
Questa copertura non può però essere scelta indipendentemente da altre opzioni. Per ottenere il rimborso delle spese contraccettive, la donna assicurata deve quindi pagare una complementare che includa altre opzioni, come il rimborso degli occhiali, un abbonamento al fitness o trattamenti termali.
Una donna separata di età compresa tra i 40 e i 45 anni che vive con i suoi due figli in un appartamento di Renens (VD) pagherà in media 86 franchi svizzeri al mese, ovvero 1032 franchi all’anno (senza dover pagare la franchigia), precisa Jérôme Mariéthoz, direttore salute e previdenza clientela privata di Groupe Mutuel. “Le persone sostenute dal fondo di aiuto alla contraccezione di Salute sessuale svizzera non possono permettersi una complementare che costa diverse decine di franchi al mese”, replica Porchet. A suo avviso, la contraccezione dovrebbe essere coperta da un’assicurazione sanitaria di base:”A differenza dell’agopuntura o del fitness, la contraccezione riguarda l’intera popolazione Controllare la propria fertilità è un problema di salute, così come l’aborto”.