Secondo gli analisti di AM Best l’introduzione dell’Inflation Reduction Act (IRA), il maxi piano che prevede importanti interventi contro il cambiamento climatico, sull’assistenza sanitaria e sul fronte fiscale, avrà un impatto sostanziale sul settore assicurativo sanitario statunitense nel breve e medio termine.
L’ampio disegno di legge rappresenta il più grande investimento per il clima nella storia degli Stati Uniti e apporta importanti cambiamenti alla politica sanitaria, dando per la prima volta a Medicare (assicurazione sanitaria federale, amministrata dal governo Usa e riguardante le persone dai 65 anni in su) il potere di negoziare i prezzi di alcuni farmaci con prescrizione, e prorogando al 2026 l’Affordable Care Act (ACA), misura introdotta per porre un freno al costante aumento della spesa sanitaria negli USA e ridurre l’ampia fascia di popolazione statunitense priva di assicurazione medica che aveva originariamente scadenza nel 2023.
La legge sulla riduzione dell’inflazione (IRA) è stata approvata dal Senato il 7 agosto e dalla Camera dei rappresentanti il 12 agosto, dovrebbe essere firmata dal presidente Joe Biden in settimana.
Si tratta di un ampio pacchetto di misure per ridurre il deficit che sarà finanziato attraverso l’imposizione di nuove tasse alle grandi aziende (imposta minima al 15% per imprese i cui profitti superano il miliardo di dollari e un’imposta dell’1% sui riacquisti di azioni). La legge prevede un aumento degli introiti statali di oltre 700 miliardi di dollari in 10 anni e una spesa di oltre 430 miliardi per ridurre le emissioni di anidride carbonica, estendere i sussidi per l’assicurazione sanitaria nell’ambito dell’Affordable Care Act e utilizzare il resto delle nuove entrate per ridurre il deficit. Secondo l’impianto normativo si andrebbero a limitare i costi dei farmaci da prescrizione a 2.000 dollari di tasca propria all’anno per i beneficiari di Medicare e si aiuterebbero circa 13 milioni di americani a pagare l’assicurazione sanitaria estendendo i sussidi forniti durante la pandemia di coronavirus. Nel 2020 si era infatti stabilito di introdurre sussidi più elevati per alleviare l’impatto economico del Covid-19 e consentire a più consumatori di rinnovare o sottoscrivere l’assicurazione sanitaria.
Gli analisti hanno osservato che i sussidi più elevati ricoprono un ruolo significativo nel sostenere il mercato ACA in tutti gli Stati Uniti.
A gennaio 2022, una cifra record di 14,5 milioni di americani si sono iscritti a un piano con un aumento del 21% rispetto al 2021, mentre sono state stimate da 2 a 3 milioni le persone che avrebbero abbandonato la loro assicurazione sanitaria se non fossero stati ampliati i sussidi, in considerazione della scadenza prevista per il 2023.
Sussidi più elevati consolidano ulteriormente il ruolo del governo federale come principale contribuente per l’assicurazione sanitaria, “una fonte affidabile di entrate e guadagni per gli assicuratori sanitari”, ha affermato AM Best.
“Negli ultimi anni gli operatori sanitari hanno ampliato la loro presenza nei mercati ACA”, ha affermato Doniella Pliss, direttrice di AM Best. “La performance finanziaria del segmento è notevolmente migliorata dopo le profonde perdite degli anni precedenti, poiché i vettori hanno imparato a progettare e gestire i prodotti ACA, le autorità di regolamentazione hanno consentito gli aumenti delle tariffe necessari e i sussidi e le riduzioni dei costi hanno reso i prodotti accessibili ai consumatori”.
AM Best ha anche osservato che con il limite di 2.000 dollari per le spese vive per i beneficiari di Medicare Part D, a partire dal 2025, i vettori assicurativi dovrebbero riprogettare i vantaggi previsti per quei piani sanitari.
AM Best ha sottolineato come solo una parte della riduzione dei costi diretti sarebbe coperta da pagamenti governativi più elevati, il resto ricadrebbe sugli assicuratori. Nel complesso, i margini di profitto dei piani della Parte D sono già alquanto ridotti, quindi i vettori potrebbero incontrare difficoltà a mantenere redditizio il segmento.