4 Settembre 2024

Assicuratori e Riassicuratori pronti allo Sprint nella seconda metà del 2024

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Archiviate con successo le prime semestrali del 2024, le assicurazioni si apprestano a concludere positivamente l’intero esercizio, bissando gli ottimi risultati del 2023.

L’impennata di utili, condivisa con le banche, è destinata a proseguire nella seconda parte dell’anno grazie ai tassi di interesse che, da qui a dicembre, non caleranno così bruscamente. Anche la raccolta premi però procede spedita praticamente in ogni ramo, come attestato dai recenti dati IVASS sul 1° trimestre e ANIA sul 2°: se il Danni è ormai una certezza, grazie anche al crescente apporto del canale broker, il “buongiorno” – per il settore Vita – si era visto già a gennaio. Previsioni ottimistiche sui mesi futuri del comparto sono emerse tuttavia anche quest’estate nella Relazione sull’attività dell’istituto di vigilanza, nei contenuti affrontati all’Assemblea generale dell’associazione delle compagnie, e perfino nei numeri del bilancio a 5 mesi fornito dalla Fisac Cgil a metà luglio.

Il mondo assicurativo italiano è attraversato da un grande passaggio generazionale, che segna una parallela trasformazione delle competenze professionali; c’è un rinnovato interesse per le polizze come strumenti di investimento; prosegue lo stanziamento di fondi per intelligenza artificiale e tecnologie di frontiera, per offrire servizi sempre più all’avanguardia e incrementare la cybersecurity; ma anche le risorse spese in virtuose campagne a sfondo economico-sociale che incrementino considerazione e consapevolezza degli utenti.
L’attesa, ora, è tutta per l’imminente decreto sull’obbligo di copertura catastrofale per le imprese.

Il Rapporto sulla resilienza dei player a tensioni geopolitiche e scenari di incertezza, pubblicato a giugno da EIOPA (5 mesi fa ha lanciato uno stress test ad hoc che si concluderà a fine ottobre) dipinge un quadro solido e ben capitalizzato in Europa: i coefficienti di copertura del SCR mediani degli assicuratori Vita e delle imprese miste sono migliorati con l’aumento del costo del denaro, così come i livelli di redditività. L’indice di liquidità è rimasto stabile negli ultimi anni, pur con notevoli differenze tra i vari Paesi; lo stesso per i tassi di estinzione anticipata nel Vita, nonostante alcuni segnali di vulnerabilità.
Il report mostra che gli assicuratori investono gran parte del loro portafoglio in attivi a reddito fisso, come titoli di Stato e obbligazioni societarie; mentre il 16% è destinato a investimenti immobiliari o legato al debito privato.

Per quanto riguarda invece la riassicurazione, l’aspettativa è che la copertura del costo del capitale avvenuta nel 2023 si ripeta nel 2024 e nel 2025. S&P Global Ratings consolida la view stabile sul settore: gli ottimi risultati fin qui ottenuti riflettono anni di sforzi di sottoscrizione e i benefici portati ai profitti dagli elevati rendimenti degli investimenti si sono estesi all’esercizio in corso, sebbene in alcune linee i prezzi abbiano iniziato a moderarsi a partire dal rinnovi di metà anno.
Le prospettive di redditività restano robuste per la seconda metà, con margini di profitto record grazie a pricing favorevole nei rami short-tail, buon reddito da investimenti e capitalizzazione rafforzata; il tutto, per un margine di sicurezza tale da offrire una probabilità del 99,99% di coprire eventuali perdite. Il posizionamento strategico ha permesso infatti di evitare gran parte delle perdite connesse alle catastrofi naturali secondarie, pur restando una significativa esposizione a quelle primarie.

Anche per colpa dell’inflazione, il pricing del segmento casualty resta sotto stretta osservazione dal punto di vista delle riserve per sinistri: l’anno scorso è stato il quarto consecutivo in cui le perdite assicurative globali dovute a fenomeni estremi hanno superato i 100 miliardi di dollari, anche se i riassicuratori sono riusciti a schivare la maggior parte dei costi: la dinamica dell’ultimo biennio è stata infatti unica perché la maggior parte delle catastrofi sono in realtà conseguenza di pericoli secondari – principalmente tempeste convettive – che in genere non raggiungono le soglie richieste per attivare le politiche di riassicurazione, a causa della loro maggiore frequenza e minore gravità.
In questo momento storico l’argomento è particolarmente “caldo” in Italia e sarà tema di dibattito a ottobre, in occasione della due giorni del ReInsurance Day di Milano.

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