20 Marzo 2025

Assicurazione Catastrofale, ok il Premio è Giusto: polizze e strategie dei Player

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Net Insurance è stata tra le primissime compagnie a immettere sul mercato un polizza danni perfettamente ritagliata sulle disposizioni del nuovo obbligo assicurativo per le imprese, “Net Pmi Catastrofali”, subito dopo la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale.

Sono una già una decina gli istituti di credito con cui ha stretto partnership distributive: la prima è stata BPPB, l’ultima Banca Ifis. Poste Assicura era già presente sul mercato cat nat sia retail (che resta il segmento “core”) che corporate, con la polizza modulare “LavorareProtetti” collegata all’incendio, lanciata a novembre scorso e riguardante proprio terremoto, frana e alluvione. Questa prevede però numerosi supplementi al prodotto base nudo e crudo, sufficiente per non rinunciare a futuri indennizzi e rimborsi pubblici, come ad esempio: ricorso terzi, contenuto dei locali, interruzione d’attività, demolizione, sgombero, riparazione, fino alla guardia giurata.
Il Gruppo continuerà a offrire, come tutte le compagnie, le varie estensioni opzionali – specie riguardo i fenomeni atmosferici non contemplati dal provvedimento – ma lavora anche a una nuova polizza allineata al dm: iniziativa inevitabile, essendo partecipato dal Mef che l’ha emanato. L’adesione alla convenzione Sace, almeno per ora, non scioglierà i precedenti accordi di riassicurazione privati.
Il focus sui rischi climatici – anticipato presentando il bilancio d’esercizio 2024 – da parte di un colosso che conta una rete capillare di circa 13mila uffici sparsi sull’intero territorio nazionale, oltre a collaborazioni con banche e network di broker gestiti dalla controllata Net Insurance, è senz’altro una buona notizia anche in vista dell’annunciata estensione della legge alle case dei cittadini.

In realtà, a differenza delle imprese, tutti gli operatori – da Generali a UnipolSai alla stessa Sace – si sono informati in tempo sui contenuti principali della legge, spesso precedendolo.
Tra questi, ma potremmo citarne altri, Axa ha differenziato l’offerta per le micro aziende e messo a disposizione due soluzioni: una appunto base, disponibile presso la propria rete agenti; e un’altra modulare di Axa Mps, “Protezione Business”, che allarga l’ombrello rispetto allo stretto perimetro indicato dal dispositivo e permette sostanzialmente di modellare il contratto a proprio piacimento, aggiungendo o incrementando differenti garanzie. René Gazet, Chief P&C Officer di Axa Italia e Ceo di Quixa, parla di “sfida del cambiamento climatico che, andando oltre l’emergenza, punta a una gestione proattiva” dei suoi effetti grazie a servizi distintivi di prevenzione e mitigazione, come il sistema “ProMeteo!” di gestione delle calamità naturali, volto a facilitare la continuità del business.
E’ solo un esempio di come si sta muovendo il mercato in questo periodo. Il comparto assicurativo, con ANIA e IVASS in prima fila, sta facendo il suo per sensibilizzare gli imprenditori sul tema; un po’ meno il settore bancario, altrettanto interessato ad avere clienti con rating finanziario più alto: il primo è chiamato a calmierare per quanto possibile i premi, e a risarcire i danni tempestivamente; il secondo ad abbassare gli interessi sui prestiti ed erogare più formazione e consulenza “green” a micro e Pmi.

Noi siamo pronti: per le piccole realtà abbiamo già costituito il pool cat nat, un consorzio molto agile” dice il presidente ANIA Giovanni Liverani, intervistato dal Sole 24 Ore in edicola oggi, convinto che il governo abbia fatto bene a “forzare il concetto di mutualità” imponendo l’obbligo a contrarre, e che “in poco tempo i prezzi scenderanno a livelli accessibili“. Troppo tardi, comunque: tra una decina di giorni suona il gong.
La sensazione è che in questi 30 giorni – in assenza di una campagna di sensibilizzazione mediatica istituzionale – si faranno più preventivi che sottoscrizioni: in parte per attendismo, sfiducia, confusione; in parte per i prezzi che – per alcune tasche – risulteranno non proprio irrilevanti.
Secondo le stime più ottimistiche, il premio medio di un prodotto a regola di legge (senza aggiunte) si aggirerebbe sui 200 euro annui per le Pmi e non arriverebbe a 100 per i negozi; per le sedi locali di Confartigianato, Assicoop e altre organizzazioni – specie delle regioni più colpite anche di recente – una piccola attività commerciale arriverebbe a spendere invece tra 400 e 500 euro l’anno (quanto le società tra professionisti), mentre una media addirittura fino a 10.000.
Facile.it ha provato a entrare leggermente più in dettaglio, applicando dei filtri: ad esempio per il fabbricato di un’autofficina del valore di 400.000 euro, e per altri 200.000 di attrezzatura, il costo medio di una polizza cat nat sarebbe pari a 359 euro se l’attività è a Milano, 434 se a Roma e 551 a Palermo. Le quotazioni salgono per gli hotel, che spesso custodiscono asset preziosi.

Il problema è che in questo mercato la media dice poco o nulla dipendendo il premio finale da ubicazione, entità e stato dei volumi assicurati, misure di prevenzione e sicurezza realizzate in proprio: le variabili sono tante e tali – dalle statistiche meteorologiche della provincia interessata, al piano dello stabile in cui il bene da tutelare è collocato – che non sarà facile raggiungere un’adeguata omogeneità nelle tariffe. Queste, tra l’altro, devono adattarsi ai periodici rincari dei materiali e dei costi di costruzione. E’ chiaro che, prima di accendere una polizza, al cliente converrebbe ridurre la vulnerabilità e incrementare i presidi fisici a difesa dell’azienda, ma per questo sarebbero appunto serviti più tempo, comunicazione e soprattutto denaro.
Il primo aprile, alla scadenza del termine per assicurarsi, tireremo le somme e vedremo quanti sono dentro e quanti fuori. Il pressing per posticipare nuovamente l’entrata in vigore (se non proprio abolirla) non viene solo dalle rappresentanze di categoria ma anche dalla politica, in maniera trasversale ai partiti. Il fatto che alcuni Big come Poste siano tutt’oggi al lavoro sull’offerta, lascia pensare che forse sarebbe stato meglio parlare di “sospensione” da agevolazioni creditizie e fiscali anziché di “obbligo”, senza fissare una data, ma riammettendo gli inadempienti ai benefici man mano che si assicurano. E ricordando che è importante che le imprese godano di sussidi statali, ma anche che siano davvero protette dagli eventi avversi – obiettivo della legge – e comprendano bene cosa c’è nel contratto firmato e cosa no.

Obbligo di Assicurazione Catastrofale, perché fissare una Data?

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