Record di utili per il settore assicurativo nel 2023: 8 miliardi di euro dai 2,3 del 2022, per un Roe pari al 10,5% e tornato ai livelli pre Covid.
La positiva fotografia appena scattata dalla Fisac Cgil, basato sui dati ANIA relativi ai bilanci finanziari, si affianca ai resoconti già pubblicati nei mesi scorsi da IVASS e dalla stessa ANIA.
Nonostante la corsa al riscatto delle polizze incentivata dai rialzi dei tassi di interesse praticati dalla Banca centrale europea, anche il sindacato rileva un fortissimo recupero della redditività nel segmento Vita con 5,5 mld di utili dai 0,4 persi nel 2022; pure i rami Danni, nonostante il massimo storico dei danni assicurati contro gli eventi climatici avversi, hanno comunque prodotto utili per 2,5 mld rispetto ai 2,3 dell’anno precedente.
Stabile a 129,2 mld, il 6,2% del Pil nazionale, la raccolta totale. Quella Vita – in particolare – è diminuita del 3,3% a 91,2 mld, scontando la decisa contrazione dei premi unit linked (-32%) solo in parte compensata dalla crescita dei prodotti tradizionali (+9,2% per il ramo I); ma nei primi 5 mesi del 2024 i nuovi premi Vita emessi hanno raggiunto 36,7 mld: ben+15,6% rispetto all’analogo periodo del 2023, quando si osservava invece un calo annuo del 6,3%.
Nel complesso, il comparto italiano si conferma “in straordinaria salute” e molto solido, con indici di solvibilità in miglioramento e a livelli di assoluta sicurezza (259% a fine 2023 dal 247% di dicembre 2022): i fondi propri (152 mld) sono infatti 2,5 volte il requisito di capitale di solvibilità (59 mld) per una eccedenza positiva, a ulteriore garanzia degli impegni assunti, pari a 93 mld.
In sintesi – a giudicare dalle prime trimestrali 2024 rilasciate dalle compagnie, e in attesa delle imminenti seconde – possiamo ritenere che anche l’esercizio in corso sarà ottimo per l’intero sistema assicurativo italiano, come concordano numerosi altri report di settore. A riprova, a fine anno usciranno anche i risultati dello stress test che EBA sta conducendo sulla resilienza dei player.