11 Gennaio 2024

Assicurazioni Bene anche nel 2024, Clima e IA Osservati Speciali

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

La patrimonializzazione cresce, insieme al valore degli investimenti; la redditività migliora, pur risentendo delle minusvalenze non realizzate sui titoli in portafoglio; la liquidità è buona, benché nel Vita siano proseguiti il calo della raccolta premi e le estinzioni anticipate dei contratti.

Da febbraio 2024 arriveranno le seconde semestrali delle assicurazioni con i bilanci definitivi ma, stando agli eccezionali risultati esibiti fino al terzo trimestre, trainati come per le banche da margini rilanciati dal costo del denaro, si può dire che il 2023 sia stato archiviato con successo dal settore e sia ora di iniziare a cantierare l’anno in corso. Lo scorso è stato ricco di accordi nella bancassurance e ulteriori acquisizioni; in una decina di mesi si è felicemente risolto un caso, il default dell’ex Eurovita oggi Cronos Vita, che poteva impattare negativamente sull’intero sistema.
Ma è stato anche un anno record per i danni catastrofali e, stante l’immobilismo politico-istituzionale sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e del ricorso a fonti energetiche fossili, non c’è motivo di ritenere il cambiamento climatico non continuerà a imperversare anche nei prossimi 12 mesi sul pianeta e sull’Italia. Nonostante la messa a terra della legge appaia ancora estremamente problematica, sarà l’anno in cui tutte le imprese, anche più piccole, dovranno tutelarsi obbligatoriamente dalle conseguenze (queste sì “estreme”) di fenomeni atmosferici e metereologici violenti, frequenti e imprevedibili quanto si vuole ma amplificati a dismisura anche dall’incuria del territorio.

Nel complesso Swiss Re stima nel 2024-2025 una crescita media globale dei premi assicurativi del 2,2% annuo, ancora leggermente sotto il 2,8 del periodo pre Covid. Nel Danni frequenza e gravità delle calamità naturali sono attese in linea con il lustro precedente, con impatti attorno ai 100 miliardi di dollari all’anno. I premi nel business sempre più “hard” del Property&Casualty aumenteranno del 2,6% nel 2024 e altrettanto nel 2025. Nel Vita il costo del denaro migliorerà la domanda di prodotti di risparmio e continuerà a sostenere i trasferimenti di portafogli di rendite, mentre i rendimenti degli investimenti più elevati stimoleranno la redditività, sebbene si preveda che l’industria non sia in grado nel biennio di ottenere utili superiori al proprio costo del capitale: la crescita media dei premi è attestata al 2,3% nei prossimi due anni contro l’1,5 del 2023.
In Italia DBRS Morningstar vede il settore in miglioramento grazie alla dinamica crescente dei premi dei prodotti Vita tradizionali e alla persistente buona performance del Danni, che continuerà a beneficiare di repricing e penetrazione nei segmenti non auto: “Sia le aziende che gli assicurati hanno imparato a destreggiarsi in un contesto di tassi di interesse più elevati, mentre le pressioni inflazionistiche si sono attenuate” affermano i ricercatori, pronosticando una normalizzazione del livello dei riscatti nel comparto Vita.

L’analisi più recente dei dati al terzo trimestre 2023 individua il valore massimo dell’indicatore riscatti su riserve a marzo 2023 per il ramo I (+1,2% annuo) e a giugno 2023 per il ramo III (+1,3%). Intanto il governo ha ridotto da 4 a 3,2 miliardi la dotazione del fondo di garanzia per il Vita introdotto dalla legge di Bilancio, riducendola allo 0,4% degli 800 mld di riserve tecniche delle compagnie, con un versamento pari a un decimo nel primo anno (320 milioni). Previste inoltre una riduzione della contribuzione per agenti e broker e un aumento degli impegni irrevocabili, ma solo alla fine del periodo di accumulo.
Sul mercato Danni, invece, per Fitch Ratings saranno proprio gli assicuratori italiani, insieme a quelli britannici, ad ottenere nel 2024 i maggiori benefici in Europa da prezzi dei premi più elevati, minore inflazione dei sinistri e migliori rendimenti a reddito fisso, riuscendo a far accettare alla clientela l’incremento tariffario, anche per una minore concorrenza rispetto agli altri Paesi Ue. Gli analisti si aspettano “un rafforzamento della redditività dell’underwriting nel settore non auto, in particolare nell’assicurazione sanitaria, ma la pressione sul reddito disponibile delle famiglie limiterà il miglioramento“.

Per quanto riguarda il capitolo investimenti in tecnologie avanguardistiche – come IA e informatica quantistica, di cui si è discusso tantissimo negli ultimi 12 mesi – di sicuro esploderanno nel prossimo decennio promettendo crescita ma anche danni, fisici e non: è un campo, infatti, in cui le assicurazioni svolgono il duplice compito di distribuire e ridurre il cyber risk proveniente dalle novità digitali, ma anche di innovare stime di premi e termini dei prodotti a copertura dei pericoli associati alla tecnologia di frontiera, di cui i più evidenti sono violazione della privacy e attacchi hacker; ad esempio migliorandone l’integrazione nelle prassi commerciali, e mitigando con ciò stesso le potenziali minacce derivanti da tale processo. Ogni evoluzione digitale crea nuove regole di responsabilità, che devono precedere la sottoscrizione delle polizze, facilitando la diffusione sicura del progresso nei flussi commerciali e la creazione di incentivi finanziari che incoraggino a proteggersi. L’assicurazione di responsabilità civile, ad esempio, consente a consumatori e produttori di tecnologie emergenti di innovare coprendo i propri rischi, innescando un circolo virtuoso.
Sullo sfondo, la retail investment strategy europea che revisionerà pricing di prodotti e partnership distributive, anticipata dal POG illustrato da IVASS all’ultimo Protection Lab di EMFgroup, con cui l’istituto di vigilanza auspica un miglioramento del processo di creazione delle polizze, identificazione del target market e assistenza consulenziale del cliente.

ANIA, IVASS e Governo: Clima e Welfare, Doppia Sfida da Affrontate in Partenariato (con l’Aiuto dell’IA)

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