di Giuseppe Gaetano, chief editor
Nell’ultimo Ania Trend il saldo netto del mercato vita italiano a gennaio è ripassato, dopo 3 mesi, in segno meno nel confronto annuale: -0,7% su gennaio 2022.
Tutto sommato si tratta di un calo ancora contenuto visto che nel saldo influisce il -3% nei volumi dei premi contabilizzati e che nelle uscite ci sono anche scadenze, rendite e sinistri. A farsi sentire nel computo finale, però, sono soprattutto i temuti riscatti: solo nel primo mese 2023 vi hanno pesato per 5,6 miliardi, il 68% di tutte le uscite (+55%). Ania aveva già rilevato come l’anno scorso la raccolta premi complessiva delle compagnie fosse scesa del 7,2% sul 2021, sfiorando i 130 miliardi di euro. Le polizze vita continuano a essere importanti per il risparmio gestito, per Bankitalia rappresentano circa il 16% dello stock di attività finanziarie degli italiani, ma sono loro ad aver trainato al ribasso il dato generale: il calo del volume dei premi – pari a 94 miliardi (-11%) e registrato soprattutto nei prodotti linked – non ha compensato la crescita segnata invece nel 2022 dal comparto danni, su cui finora tassi e inflazione hanno forse impattato meno e che ha proseguito il trend positivo salendo a 35,7 miliardi grazie ai rami non Rc auto (+8,2%).
Per tutto il 2022 Ania ha rilevato le difficoltà del segmento vita quanto a nuova produzione ma, anche se il peggio non è passato, restano comunque buone ragioni per respirare ottimismo durante il 2023: anzitutto i solidi conti di fine 2022 delle grandi compagnie assicurative, da Zurich ad Allianz a Unipol; poi l’ottimo livello globale di Solvency ratificato nel 2022 da JP Morgan, il più alto dal 2015; così come quello italiano rilevato dalla stessa Associazione, in discesa al 247% dal 256% del 2021 ma comunque due volte e mezzo oltre i minimi di legge e ben sopra la media europea. “Dai dati ufficiali il mercato assicurativo italiano risulta altamente solido – ha ripetuto di recente la presidente, Maria Bianca Farina -. Se i tassi non continuano ad aumentare fortemente come auspichiamo, e se l’inflazione rientra in termini più normali, sicuramente il nostro business non avrà contraccolpi di alcun tipo: ci sono tutti gli elementi per camminare con serenità“.
Con i nuovi principi contabili, ossia l’Ifrs 17, al via dal primo trimestre 2023, andranno ricostruiti i modelli per leggere meglio i dati e – se generazione di cassa e solvibilità non ne risentiranno – è invece “probabile che i profitti vita siano inferiori ma più stabili e che i profitti danni restino a un livello simile ma siano più volatili“, ha avvisato a inizio anno Bank of America. Tuttavia, la redditività del settore è messa al riparo da inflazione ed eventuali svalutazioni sul portafoglio investimenti e le riserve accumulate dai gruppi negli anni scorsi dovrebbero mantenere un’area di profittabilità adeguata: nonostante gli sbalzi in Borsa dell’indicatore prezzo/utili di alcune compagnie, i rendimenti dovrebbero continuare ad essere garantiti grazie anche alle campagne di buy back lanciate da diversi operatori. Il condizionale è d’obbligo dato che la politica monetaria della Bce naviga a vista e la recessione non è ancora del tutto esclusa, sta di fatto che finora cedole e dividendi sono aumentati.
Ovvio che il destino delle assicurazioni sia sempre più legato a quello delle banche con cui negli ultimi 30 anni hanno intessuto un fitto intrico di joint venture, fusioni, acquisizioni. A fine 2020 all’Ivass risultavano partecipazioni bancarie di 29 istituti in 37 su 96 compagnie vigilate. Nel danni i principali poli bancari, tranne Intesa Sanpaolo, preferiscono esternalizzare la gestione assicurativa alle compagnie. Vedremo se, col rialzo dei tassi, la bancassurance fornirà ancora ossigeno alla raccolta vita. Al netto delle vicissitudini di Eurovita, alcune altre importanti partite si giocheranno nelle prossime settimane: su tutte la gara per il nuovo partner assicurativo di Iccrea e il futuro di Bcc Vita e Bcc Assicurazioni, gestite con Cattolica prima che Generali la acquisisse. La stampa vocifera di proposte non vincolanti da Assimoco, altra realtà legata al mondo cooperativo che ha già rilevato Bcc Previdenza, e gruppi stranieri come Helvetia, Groupama, Cardif, Hdi e la portoghese Gama Life.
Allianz, Axa e Zurich: Utili e Capitali protetti da Tassi e Inflazione