di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Secondo il Comitato per le politiche macroprudenziali – che a marzo ha presentato alle Camere la prima relazione sulla sua attività – l’attività economica dovrebbe migliorare nel prossimo biennio, sospinta dalla riduzione dei tassi di interesse, e la condizione finanziaria delle famiglie restare nel complesso solida.
Nel complesso, il sistema finanziario italiano è solido: le banche beneficiano di elevati livelli di redditività, e la posizione patrimoniale ha continuato a rafforzarsi; mentre le assicurazioni registrano un aumento della raccolta e una flessione dei rischi di liquidità, presentando un consistente grado di patrimonializzazione e una redditività in miglioramento, sebbene resti ancora negativa per il ramo Vita. Il comparto del risparmio gestito e quello dei fondi pensione hanno beneficiato, rispettivamente, dell’incremento della raccolta e del valore dei titoli in portafoglio. Cresce per entità e qualità l’offerta di prodotti danni e vita a protezione di profili rilevanti per i fattori Esg, nonostante la difficoltà nel reperire informazioni in materia di investimenti e di sottoscrizione dei rischi di sostenibilità: la carenza di dati facilita il greenwashing, ma semplificare la rendicontazione aiuterà sicuramente questo mercato sostenibile.
Da Unipol a Generali a Reale Group, i bilanci finali del 2024 sono stati eccellenti per ogni player, grande e meno grande: il buon momento della raccolta premi di entrambi i rami è stato certificato di recente dalla stessa Ania. Alla luce di questo scenario, per gli operatori danni la ricerca di una crescita redditizia appare un imperativo per il futuro, mentre nel Vita dovranno adattarsi ai bisogni in continua evoluzione dei consumatori.
C’è tanto spazio nel comparto DANNI per sperimentare, innovare e ampliare tipologie di copertura, restando al passo coi tempi e accrescendo la propria strategicità sul campo. L’outlook globale 2025 di McKinsey individua in Italia un comparto danni trainato soprattutto dall’incremento delle tariffe, a indicare scarsa espansione verso i nuovi rischi: per la nostra clientela l’accessibilità economica delle polizze è messa a repentaglio dall’aumento dei prezzi degli asset sottostanti, delle spese di riparazione, della frequenza dei danni nelle aree geografiche esposte a rischi fisici e dei conseguenti costi di riassicurazione.
L’obbligo di copertura catastrofale per le imprese, fermo attualmente al 31 marzo, rappresenterà certamente uno dei principali banchi di prova per le nostre compagnie: a fronte del continuo intensificarsi degli eventi naturali – estremi e non – sarà essenziale investire in nuove competenze, per gestire e mitigare i rischi legati all’imperterrito cambiamento climatico. Perfino il partenariato pubblico-privato sembra insufficiente davanti a una minaccia così grande, di livello planetario, tanto che l’anno scorso Ania ha chiesto l’istituzione di un commissario Ue ad hoc per fronteggiarli. Lato Auto, i nuovi modelli di mobilità spingeranno i player a rivedere strategie di distribuzione, pricing, gestione dei sinistri, design di prodotti e servizi; e rafforzare il focus sulle linee di business core.
Il VITA è guidato invece dalla crescente concentrazione della ricchezza nella cosiddetta “ageing population”. La silver economy è l’orizzonte a cui puntare: l’invecchiamento della popolazione procede infatti di anno in anno e l’evoluzione di consuetudini sociali e stili di vita – dal costante calo dei matrimoni, alle nuove forme di famiglia non tradizionali – sfidano i classici insurance model, aprendo la strada a soluzioni più flessibili. Qui la novità normativa è rappresentata soprattutto dalla recente creazione del precauzionale Fondo di garanzia Vita, sebbene le criticità riguardino attualmente solo 2 compagnie non vigilate.
Le performance dei rendimenti delle gestioni separate assicurative meritano un paragrafo a parte: beneficiando della riduzione dei rendimenti sui titoli governativi, secondo Prometeia nel 2024 sono saliti dal 2,59 al 2,79% lordo, trainati dalle polizze distribuite dal classico canale agenziale più che da quello bancassicurativo. Meglio i Pip dei prodotti di investimento e risparmio rivalutabili. Togliendo tasse e commissioni, il rendimento netto calerebbe attorno all’1,6% (contro la media del 3,4% garantita dai titoli di stato in circolazione ancora fino a qualche mese fa) tuttavia – in base alla statistica – non mancano gs che hanno oltrepassato addirittura il 4,50% come il fondo Capitalbank di HDI, Vittoria Obiettivo Valore, Crédit Agricole Vita Equilibrio e Athora Risparmio Protetto.
The last but non the least: l’evoluzione tecnologica – specie in ambito intelligenza artificiale, generativa o meno – aprirà la strada in entrambi i rami a una revisione dell’intera la catena del valore, promettendo di dare una grossa mano a risolvere ciascuna delle suddette sfide che, in quanto tali, rappresentano sempre anche delle opportunità.
Il progressivo innesto dell’IA consentirà di creare contenuti sempre più ritagliati sulla domanda degli utenti, e di migliorare ulteriormente: risposta in real time alle richieste di assistenza; valutazione dei rischi; tariffazione di premi adeguati; fluidità dell’interazione con l’utenza tramite app o sugli stessi siti delle compagnie, con una navigazione in Rete “customer centric”. Tra le prossime frontiere c’è l’AIoT, che combina IA e internet delle cose. Ma non c’è solo l’intelligenza artificiale: applicativi di ultima generazione – quali cloud computing e low code – permetteranno ai player di sviluppare nuove applicazioni proprietarie o di integrarle con tool elaborati da terzi, riducendo i costi e aumentando la flessibilità operativa. Occorre investire in un lungo processo che parta dalla selezione dei casi d’uso con più business case e fattibilità tecnica, attraversi l’ideazione di prototipi e giunga infine all’industrializzazione di app moderne, con il contributo sinergico e complementare dell’elemento umano.
E questo vale anche per le banche. A tal fine c’è bisogno di formazione non solo strettamente tecnologica, ma diretta alle modalità di utilizzo dell’IA, ai suoi diversi linguaggi e agli ambiti che può accelerare in maniera davvero proficua.
Naturalmente, anche su questo versante regolamentazione e vigilanza dovranno tallonare le novità in uscita ogni giorno, driver di sviluppo e al contempo elemento di “disruption” da addomesticare.