6 Marzo 2023

Banche e Assicurazioni, No ai Crediti Incagliati dei Bonus Edilizi

Le maggiori banche e compagnie assicurative italiane banche respingono l’idea di assorbire 19 miliardi di crediti incagliati legati ai bonus edilizi, compensandoli con i loro debiti verso lo Stato.

Secondo quanto riporta Repubblica è fallita la “moral suasion” del direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, che giovedì scorso ha rivelato che istituti di credito e compagnie avrebbero spazi fiscali pari rispettivamente a 7 e 10 miliardi all’anno fino al 2026. Intesa Sanpaolo comunica di aver saturato la propria capienza da mesi, dopo avere rilevato oltre 15 miliardi di crediti nel 2020. Il suo contributo si è fermato a circa 200mila pratiche evase per oltre 70mila clienti associati a 160mila immobili riqualificati nel Paese. Anzi da settembre, sfruttando il Dl Aiuti, ha avviato la ricezione di un terzo dei crediti, con contratti ad hoc per più di 5 miliardi. Unicredit, ferma a novembre scorso a 5 miliardi di crediti edilizi rilevati, non ha sforato la capienza ma ha interrotto ogni acquisto dopo la nuova stretta per decreto. Banco Bpm ha acquistato 2,5 miliardi di crediti e assunto impegni fino a 4, che considera il proprio plafond massimo. A meno di disdette di controparti già impegnate, anche qui la misura è colma.

Per le grandi assicurazioni, invece, l’operazione è semplicemente estranea al business: non hanno sportelli né rapporti quotidiani con i loro clienti, più persone fisiche che imprese. Solo 15 compagnie su 120 hanno acquistato bonus edilizi, rileva lo stesso Ruffini, e non sono le Big. Generali e Unipol spiegano di aver scelto di focalizzarsi sui servizi alla persona e di non essere strutturate con reti di agenzie che gestiscano l’attività di acquisto e compensazione crediti. Sulle straniere, come Allianz e Zurich, è ancora l’Agenzia ad ammettere che “potrebbero avere scarsa propensione” a gettarsi nell’affare, anche perché quei crediti rappresenterebbero un “rischio Stato” – tra aumento dei tassi e nuove regole europee sul capitale assicurativo – non è il momento per intestarsi altri miliardi di debito pubblico.

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