Nel primo semestre del 2022, le operazioni di merger and acquisition (M&A) nel settore assicurativo hanno raggiunto, a livello globale, il tasso di crescita più alto degli ultimi 10 anni, secondo i dati di metà anno del rapporto sulla crescita assicurativa di Clyde & Co, studio legale globale con sede a Londra.
Sono state 242 le operazioni completate in tutto il mondo, rispetto alle 221 della seconda metà del 2021 e alle 197 dei primi sei mesi dello scorso anno.
Ci sono state 132 transazioni nelle Americhe – il numero più alto in 10 anni – rispetto alle 108 del secondo semestre 2021. Il numero è stato guidato da una significativa attività di operazioni negli Stati Uniti.
Dopo una forte crescita nel secondo semestre 2021, il numero di accordi in Europa è sceso a 67 nel primo semestre 2022 da 74 nei sei mesi precedenti. Il Regno Unito è stato il Paese più attivo, seguito da Francia, Paesi Bassi e Spagna.
L’attività dei deal in Medio Oriente e Africa è aumentata nel primo semestre dopo un calo nel 2021, con 16 accordi raggiunti rispetto ai 12 del secondo semestre dello scorso anno. La maggior parte degli acquirenti è di matrice africana: quattro dalla Costa d’Avorio, tre dal Sud Africa e due dal Kenya. Il numero di operazioni nell’area Asia Pacifico è rimasto relativamente stabile con 27 operazioni rispetto alle 24 della seconda metà del 2021. Il Giappone è stato ancora una volta il principale acquirente davanti all’Australia.
Eva-Maria Barbosa, partner di Clyde & Co a Monaco di Baviera, ha commentato: “Di fronte a forti pressioni economiche – inflazione, aumento dei costi energetici e recessione incombente – gli assicuratori rimangono concentrati sulle opportunità di crescita. Diversi fattori stanno all’origine delle operazioni. L’aumento dei tassi di interesse promette migliori rendimenti degli investimenti per le attività a lunga durata, aiutando gli assicuratori a riequilibrare i portafogli. Le società di private equity e i gestori patrimoniali sono ancora desiderosi di esplorare il mercato assicurativo o di espandersi ulteriormente. Inoltre, le valutazioni insurtech in calo significano che le acquisizioni sono sempre più attraenti sia per gli investitori di Private Equity che per i vettori tradizionali che cercano di aumentare le capacità tecnologiche”.