Proteggere la sicurezza delle donne per raggiungere la parità di genere e garantire prosperità, equità e benessere sociale. Ancora troppo spesso, però, le donne si trovano ad affrontare episodi che ne minacciano la sicurezza personale, come violenze, aggressioni, molestie fisiche e psicologiche, alle quali è urgente rispondere mettendo in campo azioni concrete, tangibili e immediate.
Ma quanto è rilevante per le donne italiane il tema della sicurezza personale? Quanto si sentono protette e tutelate? E come il timore per la propria incolumità incide sugli altri aspetti della loro vita quotidiana? A rivelarlo, in occasione della Giornata internazionale della donna, una recente ricerca condotta da Europ Assistance Italia in collaborazione con BVA Doxa sul tema della sicurezza femminile. La sicurezza personale è una priorità: il 73% delle donne intervistate ritiene il tema della sicurezza estremamente importante a livello sociale, ma ancor di più a livello personale (79%), con un’attenzione particolarmente elevata nella fascia di età più matura (55-64 anni).
Circa il 70% del campione considera inefficaci le misure di protezione e sicurezza attualmente in vigore, con pene inadeguate soprattutto nei casi di violenza. Oltre la metà delle donne intervistate (59%) ritiene che il grado di emancipazione e di parità di genere raggiunto non abbia ridotto i rischi e per il 52% l’intervento delle forze dell’ordine risulta molto spesso non all’altezza. Elevata è la perplessità anche per quanto riguarda i programmi scolastici con il 48% del campione che lamenta la carenza di percorsi educativi di sensibilizzazione sul tema. Per il 42% le istituzioni non hanno aumentato gli sforzi per promuovere la tutela della sicurezza delle donne e per il 40% la coscienza collettiva non ha ancora raggiunto un buon livello di diffusione.
In generale la fiducia nelle istituzioni è scarsa e raggiunge livelli medi appena sufficienti soltanto per i centri anti-violenza o di assistenza sociale e per i consultori. Largamente insufficiente, invece, il livello di fiducia riposto nel sistema giudiziario e nelle istituzioni (ritenuto scarso o scarsissimo rispettivamente dal 56% e 61% del campione). Nella percezione delle donne italiane, nessun altro soggetto, fatta eccezione per le Associazioni di volontariato, può assumere un ruolo rilevante nella tutela della loro sicurezza. Il 35% delle donne intervistate non si sente sufficientemente sicura e protetta nel proprio contesto quotidiano, mentre il 14% si ritiene addirittura preoccupata per la propria sicurezza personale. Un senso di insicurezza e preoccupazione che tende a crescere tra le residenti in centri di grandi dimensioni, disoccupate e single.
Per quanto riguarda la percezione del livello di sicurezza, le situazioni che fanno temere maggiormente le donne per la loro incolumità sono le aree urbane ritenute poco sicure, come stazioni ferroviarie o zone periferiche (75%, con valori sopra la media fra le donne di età superiore ai 55 anni), e i contesti notturni (61% di cui oltre il 70% di età superiore ai 55 anni e che vive in grandi centri urbani). Il 38% (di cui il 46% in grandi centri urbani) non si sente tranquilla sui mezzi pubblici, mentre circa 1/3 del campione (32%, di cui il 40% di età pari o superiore ai 55 anni) manifesta timori legati ai social network. Per il 40% delle donne intervistate, le preoccupazioni per la propria sicurezza personale condizionano molto l’intera sfera della vita quotidiana, con valori superiori alla media per le giovani donne di età compresa fra i 18 e i 24 anni (57%), residenti in centri di grandi dimensioni (46%) e disoccupate (49%).
L’episodio che spaventa di più è subire una rapina o uno scippo (68%, soprattutto fra le 25-34enni che vivono nei grandi centri urbani), seguito da molestie o violenze sessuali (53% con punte del 70% fra le 25- 34enni, conviventi e disoccupate), aggressioni fisiche (51%, di cui 58% fra le 25-34enni) e violenze psicologiche o verbali, minacce e insulti (51%). Abbastanza temuti anche gli episodi di stalking o di attenzioni troppo insistenti (43%). Decisamente meno avvertito il timore di subire violenza domestica (16%). Alla domanda se fossero a conoscenza di misure preventive da attuare per aumentare il livello di sicurezza, oltre il 40% del campione non è stato in grado di rispondere. Per tutelarsi dal rischio di violenza, la maggior parte delle donne evita di frequentare zone considerate pericolose (71%), di interagire con persone sconosciute (57%), di uscire da sola di notte (55%) e di utilizzare i mezzi pubblici la notte (49%). Il 45% presta attenzione alle proprie attività social e online e preferisce telefonare ad amici e familiari in situazioni in cui non si sente sicura; il 44% è solita comunicare ad amici e familiari i luoghi e le persone con cui si trova.
Riguardo le violenze effettivamente subìte, ben il 59% delle donne intervistate dichiara di averne subìta almeno una, in particolare fra le giovani di età compresa fra i 18 e i 34 anni. Nello specifico, il 26% è stata vittima di violenze di tipo psicologico o verbale, come minacce o insulti, il 20% di stalking e il 17% di molestie o violenze sessuali. L’80% delle donne vittima di un qualsiasi episodio di violenza ha reagito in maniera attiva, chiedendo aiuto ad amici o familiari. Solo 1/5 del campione (19%) ha sporto denuncia alle forze dell’ordine.
In questo contesto Europ Assistance Italia si pone come esempio virtuoso, lavorando per promuovere una cultura di genere inclusiva, in grado di supportare e valorizzare le donne e l’empowerment femminile, attraverso progetti e iniziative dedicate, offrendo loro percorsi di formazione e sviluppo delle competenze e impegnandosi sempre di più per garantire opportunità di crescita senza pregiudizi di genere. La Care Company del Gruppo Generali ha recentemente ricevuto la certificazione sulla Gender Equality da parte del Winning Women Institute, che ne ha messo in evidenza i buoni risultati raggiunti in ottica di inclusione e valorizzazione delle diversità di genere. La parola d’ordine è “empowerment”: l’intento di Europ Assistance Italia di azzerare il gender gap e potenziare la componente femminile in azienda è chiaro e dichiarato nella strategia di sostenibilità della Compagnia. Europ Assistance organizza attività e iniziative dedicate alle proprie persone e supporta le associazioni, con l’obiettivo di incoraggiare la leadership femminile, estendendo le buone pratiche adottate al suo interno nella comunità in cui opera.
Ne è un esempio il progetto Empowerment al femminile – Il counseling a sostegno delle donne, tra lavoro e maternità, realizzato lo scorso anno in collaborazione con AFOL Metropolitana e ASPIC Milano, rivolto sia allo staff che rientra al lavoro dalla maternità, sia alle donne della comunità – residenti nei comuni di Assago, Buccinasco, Cesano Boscone, Corsico, Cusago e Trezzano sul Naviglio -, che desiderano reinserirsi nel mondo del lavoro dopo un periodo di inattività. Grazie ad una serie di incontri con un counselor professionista, queste donne hanno ricevuto un sostegno prezioso in un momento delicato della loro vita, dove è fondamentale ristabilire un nuovo equilibrio tra la sfera professionale e quella personale, conciliando le molteplici dimensioni del loro essere: donne, mogli, madri e lavoratrici. L’obiettivo principale è stato quello di favorire l’autorealizzazione delle donne, sia a livello personale che professionale. Inoltre, di recente, la Compagnia ha finanziato una borsa lavoro per consentire ad una donna detenuta di iniziare un’attività lavorativa in modo da accompagnarla nel suo percorso rieducativo, in vista della fine della sua detenzione.