5 Dicembre 2022

Assicurazioni Integrate: nel 2030 un Digital Business da 30 miliardi, anche via App

Non solo casa, auto e polizza vita: le assicurazioni riguardano anche biciclette, animali domestici, elettronica di consumo, tutto ciò che ha un valore economico o affettivo. E’ il mercato – accelerato da Covid e guerra ucraina – dell’embedded insurance, ovvero la copertura assicurativa come prodotto integrato nell’acquisto di un altro bene, anche presso aziende che operano in un settore diverso dall’assicurativo.

L’esempio classico è il viaggio o lo ski pass. Un mercato digital che al momento vale 1.800 miliardi di dollari a livello mondiale con un potenziale di crescita del 60% in pochi anni secondo l’Open & Embedded Insurance Observatory Report 2022. Il 70% dei servizi richiesti, all’interno di questo business, sono quelli di “bancassurance”. Seguono, staccati, protezione personale (19%), affinity insurance (9%) e settore travel (1%). Nel nostro Paese, l’Italian Insurtech Association ha stimato che l’embedded insurance varrà nei prossimi 10 anni fino al 20% del valore del settore assicurativo totale, cioè quasi 30 miliardi di euro entro il 2030 (considerando che per KPMG il mercato assicurativo, con riferimento alle sole imprese con sede legale in Italia, vale 144 miliardi a fine 2021).

Certo la ricerca potrebbe essere considerata di parte. Come lo studio pubblicato appena qualche giorno fa da HYPE, neobank controllata da illimity e Fabrick, che ribadisce per l’ennesima volta la crescente fiducia nelle banche digitali, “complementari” alle classiche. Non siamo così certi che il ruolo della filiale fisica abbia perso tanta rilevanza. Certo la multi-bancarizzazione dei servizi è un trend ormai consolidato, che necessita di tecnologie moderne e all’avanguardia.

Due i vantaggi dell’embedded insurance: riduzione dei costi di distribuzione ed engagement mirato, con l’offerta assicurativa proposta al momento “giusto”. Una modalità d’ingaggio e vendita accolta bene soprattutto dalle generazioni più giovani che, secondo diverse ricerche internazionali, apprezzerebbero: la rapidità nella segnalazione e nel risarcimento dei sinistri, la semplicità d’acquisto (17%) e, appunto, la possibilità di coprire rischi meno tradizionali. I sempre più frequenti e devastanti eventi meteorologici, ad esempio, stanno aumentando l’attenzione sul rischio assicurativo legato ai cambiamenti climatici e certamente in futuro il mercato premierà le polizze che garantiranno un impatto ambientale positivo.

Un giro d’affari scalabile dalle startup e dai tanti, nuovi player tecnologici innovativi attivi nei campi dell’IA, dei big data, dell’automazione dei processi. E soprattutto delle app. Molti automobilisti utilizzano regolarmente portali che permettono di comparare le tariffe per scegliere le polizze più vantaggiose: Segugio, Sostariffe, Facile e – negli ultimi due casi – esistono anche le rispettive applicazioni per smartphone. Diverse compagnie prevedono la gestione via app di funzioni come la denuncia di sinistri o la chiamata del carro attrezzi che, se non fanno risparmiare soldi, almeno fanno risparmiare tempo. Tra le tendenze attuali c’è poi quella di affidarsi alle assicurazioni chilometriche, che fanno pagare in base alla strada effettivamente percorsa e allo stile di guida. Ad esempio Berebel prevede pagamenti mensili e nessun vincolo di durata promettendo, sulla carta, di fare risparmiare.

Per le grandi compagnie, insomma, è l’ora di investire in piattaforme polifunzionali per distribuire prodotti assicurativi integrabili in base alle esigenze dell’utente finale, e “tailor made”, personalizzati grazie alla grande quantità di dati e analytics sul cliente. Ma, per ottenere il massimo vantaggio competitivo, dovranno selezionare anche i partner migliori tra VC, piattaforme cloud-based e acceleratori.

 

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