di Giuseppe Gaetano, chief editor
Il ministero delle Imprese ha firmato ieri il decreto: Eurovita passa dalla gestione provvisoria – che sarebbe terminata oggi – a quella straordinaria come ultima chance per salvarsi, scansando una liquidazione coatta che avrebbe rappresentato un unicum nel panorama assicurativo italiano, con un ipotetico impatto comunque solo immateriale.
Per i 243 dipendenti lo scenario “contemplerebbe comunque la completa tenuta occupazionale, in quanto le difficoltà di Eurovita non sono riconducibili al costo del personale” aveva già rassicurato il commissario Alessandro Santoliquido. Al prolungamento del suo lavoro – supportato da un Comitato di sorveglianza composto da Antonio Blandini (professore ordinario di diritto commerciale alla Federico II di Napoli) in qualità di presidente e da Sandro Panizza (storico manager delle Generali) e Monica Biccari (esperto revisore di Pwc) come componenti – corrisponde il prolungamento per altri 3 mesi, fino al prossimo 30 giugno, del blocco prudenziale dei riscatti dei contratti di assicurazione e capitalizzazione per 353mila clienti: non era un passaggio automatico ma comunque prevedibile per evitare una presunta emorragia di assicurati, e dunque di fondi, e garantire “un ordinato svolgimento delle attività e di accompagnare la definizione di una soluzione di mercato” recita la nota dell’Ivass, che aveva sollecitato l’istruttoria del governo.
Un fenomeno, quest’ultimo, che aveva iniziato a farsi strada dopo il fallimento della trattativa per l’acquisizione della compagnia tra il fondo Jc Flowers e il gruppo Cinven, l’azionista inglese di maggioranza che per la ricapitalizzazione di Eurovita ha investito solo 100 milioni. Se davvero, come si sussurra in ambienti finanziari, le banche collocatrici dei suoi prodotti fossero disposte a metterne sul piatto 200 per il pacchetto unit linked (pari a circa 6 miliardi di asset), ne mancherebbero altri 100 per riportare la Solvency sopra 100: quelli che, secondo gli stessi ambienti, potrebbero iniettare Poste e alcune assicurazioni medio-piccole per rilevare il restante portafoglio delle gestioni separate (9 mld, di cui 6 in titoli governativi esteri), più complesso da amministrare in questa fase. “Aspettiamo indicazioni da parte delle istituzioni coinvolte, siamo pronti a sentire di cosa si tratta – ha detto Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane -. Comunque non parliamo di un grandissimo caso, è una compagnia che in totale ha 16 miliardi di polizze. Da quel che leggo – ha aggiunto – il gap di capitale non è nemmeno troppo significativo, credo che non sarà una preoccupazione per il sistema sistemare la questione».
Il paventato “buco” sarebbe dovuto a un portafoglio di investimenti impreparato all’impennata dei tassi di interesse dell’ultimo anno. Da un sondaggio del Sole24Ore emerge un’apertura alle necessità dei clienti da parte di qualche istituto, come Fineco che sta già “offrendo alternative, fidi o prestiti, a quei clienti che hanno limitate esigenze di liquidità” comunica il gruppo. Anche per il quotidiano di Confindustria la pista è quella della già auspicata soluzione di sistema, in cui alle banche distributrici – tra cui Credem, Fideuram, Sparkasse e Credito Emiliano – si affiancherebbero Generali, Unipol e Intesa Sanpaolo per un intervento di carattere “consortile”. È una situazione paradossale quella che si è creata in un settore d’investimento a basso rischio come le polizze Vita e tutto il comparto deve sperare che il percorso verso il risanamento duri meno di un anno. Per Eurovita le minusvalenze legate a Bund e titoli francesi sono cresciute insieme alle esigenze di ripatrimonializzazione, senza contare il pagamento della cedola del bond subordinato da 115 milioni con coupon al 6,75% e scadenza al 2030. Rispetto a qualche mese fa il contesto internazionale si è fatto più critico, manifestando il rischio di una perdita di fiducia dei risparmiatori verso un comparto alle prese con inflazione e concorrenza di Btp tornati a tassi superiori al 4%.
Eurovita, i Numeri della Posta in Gioco e la Soluzione di “Sistema”