di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Da settembre 2024 l’Ivass ha aperto sul proprio sito una sezione ad hoc, dedicata agli aggiornamenti sul caso ForwardYou, con comunicati stampa e Faq di Eiopa e Caa. Proprio oggi l’ultimo del Commissariat aux Assurances: “Nel contesto della mancata copertura da parte delle sue passività (…) e in attesa della sentenza del Tribunale distrettuale del Lussemburgo sulla liquidazione giudiziale – si legge nella nota allegata online –, la compagnia ha sospeso la riscossione dei premi dei contraenti con effetto immediato dal 23 gennaio 2025“.
Già 6 mesi fa la vigilanza italiana ricordava che la sospensione dei pagamenti di riscatti e liquidazioni era stata decretata il 2 agosto, e sarebbe durata massimo 6 mesi: la recente richiesta di liquidazione della compagnia, da parte dell’autorità lussemburghese, non fa che ribadire dunque lo stop a procedure di incasso che avrebbero dovuto essere già state attivate.
In attesa di novità – come per il contemporaneo affaire NOVIS, tutt’oggi senza liquidatore – l’invito della nostra vigilanza, agli oltre 120mila clienti italiani, è di rivolgersi al proprio contact center o comunque a un consulente esperto per far luce sulla singola situazione.
Il Sole24Ore stima 436 milioni di euro di asset amministrati nel nostro Paese, poco più della metà delle masse di Fwu Life Insurance Lux. Adiconsum ricorda al quotidiano finanziario “che gli intermediari italiani che hanno collocato i prodotti Fwu (alcune reti di broker, ndr) hanno una serie di obblighi informativi e di assistenza previsti dalla direttiva europea sulla distribuzione Idd”.
Numerose associazioni e sindacati di settore stanno seguendo la vicenda: Confconsumatori chiede che la stessa Ivass “predisponga un canale diretto con la Caa, per consentire ai risparmiatori italiani di accedere agli strumenti di tutela consentiti dal Paese ove ha sede la società“, in particolare “di poter recuperare le somme versate durante gli anni di vigenza dei contratti”. Secondo Federpromm c’è bisogno di interventi a livello sistemico, che impediscano a compagnie estere di operare in Italia senza garanzie di solvibilità per gli investitori: “Sul piano commerciale offrono soluzioni di investimento performanti senza che siano trasparenti gli strumenti finanziari sottostanti – scrive la federazione in una nota –. Attualmente il problema va ricondotto a interventi diretti dell’Ivass, affinché Eiopa possa in tempi rapidi intervenire presso la Caa per dare certezze“.
La compagnia condivide con il parallelo dossier NOVIS l’assenza di un gruppo o una cordata disponibile a rilevarla. Ma se per Fwu la messa in liquidazione è stata appena chiesta e i riscatti delle polizze sono bloccati, per il player slovacco – che ha un giro d’affari molto più contenuto nel nostro Paese – la liquidazione è in ballo invece da oltre un anno e mezzo e non se ne vede via d’uscita: in teoria non può emettere polizze ma può gestire quelle ricorrenti riscuotendo premi, sebbene ufficialmente sia considerata incapace di adempiere agli obblighi contrattuali sottoscritti; allo stesso modo per la clientela è ancora possibile riavere i soldi indietro (oltre che interrompere i pagamenti). Tra l’altro, i primi dubbi dei supervisori sugli investimenti di NOVIS risalgono al 2018.
Proprio per scongiurare queste situazioni in Italia – in scia al lieto esito del caso Eurovita/Cronos – si sta costituendo un fondo di garanzia dei rami Vita, inapplicabile in questa situazione, a cui sono chiamate ad aderire tutte le compagnie attive sul territorio nazionale. Sarebbe bene sviluppare il progetto a livello europeo.