3 Febbraio 2025

Fwu in liquidazione: 6 mesi per conoscere il Credito, 3 anni per accertare il Passivo

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Fwu Life Insurance Lux S.A. è stata messa in liquidazione dal Tribunale del Lussemburgo: l’ha comunicato l’Ivass nella riunione odierna con le associazioni dei consumatori per fare il punto sul dissesto della compagnia, spiegando che la procedura è soggetta a un foro estero – differente dal nostro – e che dunque l’autorità italiana non può intervenire direttamente nella vicenda ma continuerà a fornire aggiornamenti costanti.

A tal fine sarà indetto a breve un nuovo incontro con i rappresentanti dei consumatori, non appena la vigilanza avrà in mano il testo completo della sentenza, che conterrà presumibilmente anche il percorso per essere ammessi al passivo; intanto EIOPA sta elaborando delle Faq per fornire risposte alle nuove domande che stanno pervenendo dalla clientela, ribadendo ovviamente che nessuno deve più pagare alcun premio ulteriore.
Al momento Anick Woolf è stata nominata giudice commissario mentre Maitre Baden, già chiamato nei mesi scorsi a provare la via del salvataggio, sarà il liquidatore. Entro 6 mesi costui dovrebbe inviare ai clienti, noti o identificabili dai libri sociali, una nota con indicazione precompilata del credito risultante dai conti: il risparmiatore dovrà verificarne la corrispondenza con quello vantato e inviare dati di contatto aggiornati, se diversi rispetto a quelli indicati nel contratto sottoscritto.

La procedura per accertare il passivo durerà invece 3 anni, solo dopo si procederà alla liquidazione degli attivi: si potrà chiedere una somma pari al valore attuale della polizza Vita, non di quanto investito (vanno esclusi costi iniziali e commissioni di gestione). Tra l’altro in Lussemburgo la Pec non esiste e i consumatori chiedono la creazione di una piattaforma telematica su cui depositare le domande di ammissione, secondo un modello standard e condiviso, in scia alla pratica del FIR che ha consentito di gestire circa 200mila posizioni solo in via telematica.

C’è anche qualche buona notizia: è stata confermata l’applicazione del cosiddetto “triangolo di sicurezza, in base al quale gli attivi mobiliari delle polizze sono depositati presso conti bancari differenti da quelli in cui giacciono gli altri attivi della compagnia: c’è quindi una concreta possibilità di recuperare parte degli importi versati. La CAA riferisce inoltre che presso la banca terza depositaria ci sono ingenti somme poste a riserva e garanzia, vedremo se saranno sufficienti a risarcire tutti.
Ricordiamo che sono circa 120mila gli italiani che hanno sottoscritto prodotti della società, che operava nel nostro Paese in libera prestazione di servizi tramite broker e reti finanziario-assicurative: in maggioranza si tratta di unit linked, legate all’andamento dei mercati; il valore complessivo si aggira sui 400 milioni, con un taglio medio di 4000 euro. La situazione non è uguale per tutti: ad esempio per i contratti stipulati da poco tempo, con i costi concentrati nei primi 5 anni, il recupero non sarà mai totale; mentre una polizza di ramo I, interamente a gestione separata, varrà chiaramente di più

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