Il 40% degli italiani tra i 18 e i 75 anni soffre di almeno una patologia cronica. La metà di questi convive con due o più di queste malattie.
Questo è quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute realizzata con Nomisma, per fotografare lo stato degli italiani in ambito di salute e prevenzione.
Ma quali sono le malattie croniche più diffuse? Il 18% degli italiani tra i 18 e i 75 anni soffre di ipertensione. Il 14% è alle prese con allergie di vario tipo. Il 13% deve convivere con dolori derivanti da artriti e artrosi, mentre il 6% ha problemi di osteoporosi. Ma la lista purtroppo è lunga e comprende un 5% di italiani che soffre di diabete o asma ed un 4% che deve lottare contro un tumore.
Un quadro ancor più chiaro della diffusione e capillarità di questi disturbi si ha andando ad analizzare i nuclei familiari. Nel 28% delle famiglie italiane si registrano casi di ipertensione, mentre nel 25% dei casi c’è almeno un familiare stretto che soffre di malattie allergiche o di artrosi e artriti.
Se nel 18% dei casi l’asma si rileva fin dalla nascita e nel 43% dei casi entro i 20 anni, a questa stessa età ben il 52% dei rispondenti all’indagine ha scoperto di soffrire di malattie allergiche. Il 16% degli italiani scopre di avere una bronchite cronica tra i 40 e i 50 anni mentre al 38% vengono riscontrate malattie cardiache tra i 50 e i 65 anni, stessa fascia d’età in cui il 41% scopre di soffrire di diabete. E dopo il 65 anni ben il 16% degli italiani deve imparare a convivere con disturbi nervosi invalidanti come schizofrenia e Alzheimer.
Non stupisce quindi rilevare che quasi un italiano su due che è costretto a convivere con una patologia cronica non è soddisfatto del proprio stato di salute fisico (48%) né di quello psicologico (46%). Percentuale che arriva al 64% tra chi è affetto da più patologie.
È forse anche per monitorare il proprio stato di forma che le persone non hanno permesso al Covid di fermare i controlli rispetto a queste patologie. Se il 56% dichiara di fare ora i controlli con la stessa frequenza con cui li faceva prima della pandemia, ben il 30% degli italiani dichiara di averne aumentato la frequenza rispetto al 2019.
È quindi importante registrare come la maggioranza degli italiani abbia capito l’importanza di un monitoraggio e una prevenzione costante di queste malattie, l’unica arma di cui disponiamo per permetterci di ridurre gli effetti negativi che possono avere sulla qualità delle nostre vite.