27 Febbraio 2024

Danni all’Ambiente, Gap Assicurativo allarmante: l’altra faccia delle Coperture Cat Nat

Ogni anno in Italia si verificano più di 1.000 casi di danno all’ambiente. Tra le sorgenti più frequenti: serbatoi, vasche e condutture interrate (40,5%); aree di impianto, deposito e movimentazione (22,8%); incendio, scoppio o esplosione (10,1%).

Emerge dal report presentato oggi dal consorzio di coriassicurazione Pool Ambiente alla Camera dei Deputati, dove a maggio 2023 è stata depositata la proposta di legge n.455 che sgrava fiscalmente e riconosce incentivi economici alle imprese che accendono una polizza di responsabilità civile e ambientale e che attende ancora di essere calendarizzata per il dibattito parlamentare. Eppure appena lo 0,45% delle aziende italiane ha sottoscritto finora tale prodotto, che non solo ripristina le risorse naturali danneggiate evitando costi sociali, ma rappresenta un fattore di prevenzione dei danni danni che abbatterebbe i premi assicurativi e lo stesso rischio di fallimento davanti a spese per interventi d’emergenza sul territorio che possono costare svariati milioni di euro. E – se l’impresa fallisce – spese di bonifica e ripristino sono carico dello Stato o della Regione, quindi dei contribuenti, con tempi e modi tristemente noti.

Per un’impresa avere una copertura assicurativa che la tuteli in determinate circostanze può fare la differenza – dice Umberto Guidoni, codirettore generale ANIA -, ma per garantire un effettivo ombrello protettivo al tessuto imprenditoriale sono indispensabili interventi normativi e strutturati. Per questo abbiamo accolto con estremo favore la previsione, nell’ambito della legge di Bilancio 2024, di un obbligo assicurativo per le coperture Cat-Nat“, ovvero l’altra faccia del problema: quello dei danni non apportati ma ricevuti dall’ambiente offeso, che aggrava e di molto le perdite provocate dagli eventi atmosferici estremi. Guidoni auspica “che interventi analoghi siano estesi ad altre tipologie di rischi di portata catastrofale”, come appunto la devastazione della natura per mano umana.

Questa “deve diventare un elemento cardine della condotta delle imprese – aggiunge Flavio Sestilli, presidente AIBA, per le quali l’incorporazione di criteri ESG, anche alla luce nuova disciplina sulle NatCat, costituirà nel prossimo futuro un fattore fondamentale di competitività e attrattività sui mercati. In questo contesto i broker sono veri e propri partner strategici delle aziende: nel loro ruolo di intermediari professionisti possono aiutarle ad acquisire maggior consapevolezza dei rischi cui sono esposte, favorire l’adozione di misure di mitigazione e prevenzione, individuare soluzioni assicurative più efficaci e stimolare il settore all’innovazione dei prodotti“.

Polizze per Danni all’Ambiente, Incentivi alle Imprese che si Assicurano: via all’Iter della Proposta di Legge

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