Trovare le risorse necessarie a sistemare una situazione del capitale compromessa, convincendo l’attuale azionista o un nuovo socio a investire i denari sufficienti a riportare l’indicatore di solidità sopra la soglia minima richiesta.
E’ la mission del commissario Alessandro Santoliquido, al timone di Eurovita da una settimana. Da dopo il fallimento della procedura di vendita avviata da Cinven nel 2021 che – dopo aver rilevato Eurovita nel 2016 e integratovi Ergo, Old Mutual e Pramerica Life – aveva chiesto fino a 700 milioni di euro per l’asset del gruppo: poche e basse le offerte giunte sul tavolo del Cda dove, un paio di settimane fa, è arrivata invece la lettera del fondo britannico, disposto a mettere sul piatto 100 milioni di euro per la ricapitalizzazione della società, a patto però di individuare un partner disposto a iniettarne altrettanti per arrivare ai 200 richiesti dall’Ivass.
Non s’è trovato, da qui il commissariamento da parte dell’Istituto di vigilanza, il primo per una compagnia del settore vita. Non è stata l’unica messa sotto pressione dalle dinamiche dei tassi, ma in questo caso l’azionista di controllo non ha voluto ripristinare una solidità adeguata. Al risanamento non è servito nemmeno l’uno-due, a fine 2022, di dimissioni e rinomine ai massimi vertici: Giuseppe Sica a Ceo e Camillo Candia a presidente.
Tre strade ora per Santoliquido: convincere Cinven ad aprire le casse, trovare un nuovo socio o sollecitare un intervento di mercato, ovvero un intervento congiunto di più compagnie, considerando che il portafoglio premi di Eurovita vale oltre 1 miliardo. La società colloca i propri prodotti attraverso circa 6,5 mila promotori e oltre 1.000 sportelli. Tra le proprietà di Cinven anche Generali Leben, compagnia vita tedesca venduta dal Leone nel 2019 e partecipata al 20% da Hannover Re, il cui portafoglio complessivo vale oltre 40 miliardi di euro.
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