di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Una decina di compagnie straniere operanti in Italia nei rami Vita e Danni sono sotto osservazione dell’Ivass, sebbene l’autorità di vigilanza abbia le mani legate da norme comuni Ue che assegnano la loro sorveglianza alle authority dei Paesi membri dove hanno ottenuto il passaporto, cioè l’autorizzazione a commercializzare polizze sul territorio nazionale tramite reti di intermediari locali, tenendo la sede legale all’estero.
A volte però – come nel caso della lussemburghese Fwu – con forti discrepanze rispetto al nostro sistema di controllo riguardo il modus operandi, più blando e meno appropriato. I circa 400 milioni di euro in ballo nell’operazione non saranno in grado di destabilizzare il sistema finanziario, ma le tasche dei clienti coinvolti certamente sì. Da qui l’iniziativa Ivass, che ha dunque carattere meramente precauzionale nei confronti dei consumatori, indagando l’eventuale vendita di prodotti di scarso valore o ipotetici “precedenti” da parte di alcuni broker.
Solo venerdì scorso il segretario generale Stefano De Polis, intervenendo a Firenze a un convegno di Fondazione Cesifin e AIDA Toscana, ha riconosciuto che “se norme e flussi informativi sono in larga parte allineati a livello europeo, l’attività di supervisione è al momento meno omogenea in termini di sistematicità e intensità”, ricordando che le ispezioni “devono essere in grado di valutare, mediante un’azione di intelligence dei comportamenti, dei dati e delle informazioni, le singole situazioni aziendali“. A differenza del settore bancario, in quello assicurativo manca un organo europeo unico, potente, che armonizzi gli approcci dei diversi Stati.
Intanto sempre l’Ivass ha tradotto in italiano, e pubblicato sul proprio sito, un estratto della sentenza sulla procedura liquidatoria di Fwu: la CAA informa che questa “non comporta la perdita totale del risparmio degli assicurati o dei loro beneficiari”, conferma che il patrimonio vincolato sarà destinato prioritariamente ai risparmiatori in base al programma di ripartizione, e ribadisce la lunga tempistica dell’iter: entro il prossimo giugno la missiva col credito vantato dalla clientela, entro gennaio 2028 la loro memoria di reclamo al liquidatore, a pena di decadenza; nel frattempo si accerterà il passivo, “ciò non esclude la possibilità che i primi rimborsi avvengano prima di tale data”. Il testo integrale del documento è disponibile a questo link.
Purtroppo per le polizze giovani, che prevedevano l’incasso anticipato di ogni costo del piano, l’importo esigibile sarà più basso dei premi effettivamente versati. Il consiglio, comunque, è di farsi guidare nella pratica da un legale o da un consulente esperto.
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