23 Aprile 2025

Preventivass Cat Nat in arrivo, 580 compagnie coinvolte nell’Obbligo assicurativo

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Tutte le compagnie coinvolte nell’obbligo a contrarre i rischi catastrofali delle imprese sono tenute a immettere “il contratto assicurativo, comprensivo di condizioni generali, estensione delle coperture ed eventuali esclusioni e limitazioni” sul portale informatico che Ivass istituirà e gestirà, al fine di permettere alla platea di clienti interessati di “comparare in modo trasparente” le differenti polizze.

Prima di vederlo online, però, toccherà aspettare un alto decreto attuativo del Mimit. Oltre al presidente Ania Giovanni Liverani, anche il consigliere dell’autorità di vigilanza Riccardo Cesari è stato ascoltato nei giorni scorsi alla Camera, nell’ambito della conversione in legge del dl del 31 marzo scorso, con cui il governo ha prorogato l’obbligo assicurativo cat nat per micro, piccole e medie imprese e differito di 90 giorni – al 30 giugno – le “limitazioni” a contributi, sovvenzioni e ristori statali per le grandi aziende: non si capisce a che pro visto che per loro (appena 4.500 realtà in cifre assolute sull’intero territorio nazionale) il termine per sottoscrivere una polizza a copertura dei danni cagionati da calamità naturali è già terminato da 3 settimane, dunque – in teoria – ormai chi è dentro è dentro.
Anche per le compagnie, pronte da tempo, è scattato l’obbligo a contrarre, che riguarda in tutto 63 player vigilati Ivass (59 italiani e 4 extra See) e 517 vigilati da autorità estere, attivi in Italia in regime di stabilimento (38) o libera prestazione di servizi (479).

Cesari era già intervenuto sul tema della protezione dalla calamità naturali in due speech: lo scorso autunno, quando sembrava imminente la pubblicazione del decreto attuativo; e a marzo, poco dopo la sua effettiva emanazione. Visto lo spazio mediatico concesso a perplessità e incomprensioni delle imprese, il professore ha giustamente riportato l’attenzione anche su regole e norme a cui sono sottoposte contemporaneamente le compagnie, per disciplinare una corretta capacità assuntiva. In particolare devono aver già definito “la propensione al rischio in coerenza con il fabbisogno di solvibilità globale, fissando i relativi limiti di tolleranza, da aggiornare almeno con cadenza annuale” in “riferimento all’intero portafoglio acquisito su tali rischi, tenendo conto altresì del ricorso ai meccanismi di cessione” ivi inclusa quella a Sace: toccata la capienza massima, l’operatore cessa di assumere rischi e si ritira dal business.
Nel frattempo, l’Ivass non mancherà di controllare il “mantenimento delle condizioni di sana e prudente gestione”.

Più ardua da valutare la proporzionalità del premio – altrettanto richiesta dalla legge – calcolando le tante variabili in ballo tra “ubicazione e vulnerabilità dei beni” da tutelare, misure di prevenzione e protezione “adottate dall’impresa, anche tramite le organizzazioni collettive cui aderisce” oltre che “serie storiche di accadimento”, “mappe di pericolosità del territorio”, “letteratura scientifica” e “modelli predittivi” non sempre facili da reperire a causa della situazione estremamente eterogenea e frastagliata del nostro tessuto imprenditoriale: una carenza che rende ancor più imprevedibili frequenza, intensità e potenziali perdite contribuendo quindi ad alzare i costi.
Inoltre, sempre in ottica di trasparenza e concorrenzialità dell’offerta, le compagnie dovranno pubblicare documento informativo precontrattuale e condizioni del prodotto sul loro sito internet ufficiale, oltre che sul suddetto portale Ivass: ci “stiamo lavorando con un apposito gruppo” comunica Cesari, attraverso “un approccio graduale che consenta di coniugare l’esigenza di renderlo quanto prima disponibile, con la possibilità di arricchirne progressivamente i contenuti“.

Successivamente, si sta vagliando con l’AGCM “la possibilità di fornire indicazioni di riferimento sui prezzi effettivi praticati nelle varie aree del Paese” come avviene già da anni con le garanzie Rc auto: un vero e proprio “preventivatore” richiesto dalle stesse associazioni di imprese, finalizzato anche alla creazione di un contratto base, con costi il più possibili standard.
Cesari ha concluso il suo discorso ricordando che, ovviamente, “solo un ampio grado di mutualità aiuterà a contenere i premi; diversamente, il costo della copertura sarà elevato proprio nelle zone più esposte” al cambiamento climatico e alla minaccia sismica. “L’obbligo assicurativo non può rimanere una misura isolata”: occorrono “politiche di incentivo all’adozione di misure di mitigazione”, in modo che chi vi investa abbia “un ritorno immediato anche in termini di riduzione dei costi”. Altrimenti ci si ridurrà al solito indennizzo ex post e la riforma, che di fatto attribuisce alle assicurazioni un ruolo sociale nella tenuta del sistema economico, sarà destinata a fallire.

Come già ricordato ai deputati da Liverani, il comparto si è impegnato al massimo in questo periodo – “nonostante negli ultimi anni l’indice di redditività per questa tipologia di rischio sia stato estremamente negativo” – per individuare criteri e parametri idonei a garantire la sostenibilità del meccanismo, conscio che “fare affidamento su un risarcimento pubblico non pianificato non è più un’opzione percorribile” e che “per garantire una rapida ripartenza è fondamentale che i risarcimenti siano tempestivi e con importi adeguati”, congrui con la ricostruzione di ciò che andato distrutto nel fenomeno calamitoso.
L’ultimo tavolo tecnico tra gli attori si è tenuto giovedì 17 aprile a Roma, proprio presso la sede Ania, che sta lavorando peraltro alla costituzione di un Pool privato tra compagnie, che supporti il mercato nella ricerca delle migliori soluzioni riassicurative: “Il raggiungimento di una massa critica di rischi e una loro maggiore diversificazione – ha spiegato Liverani – dovrebbe garantire tecnicamente una minore volatilità del portafoglio e dei premi”.

Nel frattempo il Mimit ha pubblicato altre 2 Faq sul proprio sito ufficiale – riguardanti gli effetti per le imprese inadempienti nell’assegnazione di contributi o sovvenzioni pubbliche – chiarendo finalmente che non avranno effetto retroattivo e che “ciascuna Amministrazione titolare di misure di sostegno e agevolazione è chiamata a dare attuazione alla citata disposizione, definendo e comunicando le modalità” proprie: per quanto attiene ad Adolfo Urso, il suo ministero è “orientato a precludere l’accesso agli incentivi di propria competenza, tale indicazione dovrà comunque essere recepita nella disciplina normativa relativa a ciascun incentivo”.

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