“L’impatto della volatilità dei mercati sul solvency ratio delle compagnia assicurative italiane è rimasto finora modesto”. È quanto ha detto il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, durante il suo interveno all’Insurance Summit dell’Ania.
“Nel quadro coerente con il mercato su cui si basano gli standard prudenziali – ha osservato Signorini – gli aumenti dei tassi di interesse agiscono su entrambi i lati del bilancio degli assicuratori. Il valore equo delle attività diminuisce, ma diminuisce anche il valore delle riserve tecniche”.
Alla fine di giugno il solvency ratio era ad un livello “robusto” del 257% e di poco inferiore (tre punti percentuali) rispetto a fine 2021. “Dati recenti disponibili confermano che la posizione non è sostanzialmente cambiata in agosto” aggiunge Signorini nell’intervento. In ogni caso poichè la percentuale di titoli di Stato nei portafoglio delle compagnie itlaiane è alta in confronto ai concorrenti europei, le compagnie italiane “sono esposte in modo significativo alle fluttuazioni dello spread BTp Bund”.
L’aumento dei rendimenti e l’inflazione più alta hanno avuto un impatto sulla redditività delle aziende del settore, ha spiegato Signorini. Nel settore Vita la redditività “è sotto zero”, mentre nel Danni c’è un impatto legato all’inflazione con prezzi più alti per i sinistri della Rc Auto. Signorini aggiunge che sul fronte della liquidità “non ci sono ragioni di preoccupazione immediata ma le compagnie dovranno monitorare attentamente la situazione”.
Mentre la crisi ucraina si trascina e si intensifica, le prospettive economiche stanno peggiorando in tutto il mondo. “Stiamo dando gli ultimi ritocchi alle nostre proiezioni economiche aggiornate, che lo saranno pubblicato il 13 ottobre. Rispetto al nostro Bollettino Economico di luglio, previsioni di crescita non dovrebbero cambiare molto per quest’anno, mentre saranno notevolmente ridotti per il prossimo”, ha detto Signorini, aggiungnedo che “nella nostra proiezione di base, la variazione del PIL dovrebbe rimanere positivo nella media del 2023, in quanto l’economia sta tornando a crescere la seconda metà dell’anno. In uno scenario avverso, invece, che presuppone una maggiore impatto più prolungato della guerra sulla disponibilità e sui prezzi dell’energia, oltre che sul mondo commercio e incertezza, l’economia continuerebbe a contrarsi per qualche altro trimestre, e il PIL scenderebbe nella media del 2023”.