di Giuseppe Gaetano, editor in chief
“Gli italiani si assicurano molto poco, siamo i fanalini di coda in Europa e questo rende il nostro paese più fragile – ha ricordato quest’estate al Meeting di Rimini la presidente Ania, Maria Bianca Farina -. Mentre se arriviamo a gestire in maniera seria e trasparente un’integrazione fra prestazioni pubbliche e assicurative, sarà più protetto”.
Nel welfare come nelle catastrofi naturali, ha aggiunto, l’assicurazione “può affiancare il servizio pubblico a condizione che ci sia un’integrazione di finanziamento“. Insomma, quella famosa partnership pubblico-privato che tante volte abbiamo invocato su PLTV. Quella climatica è una dette 3 sfide chiave per il futuro del settore, indicate dall’Associazione anche all’ultima assemblea nazionale, e l’ondata di maltempo abbattutasi in queste ore in alcune regioni settentrionali ha riportato in auge l’argomento con il suo gruzzolo di danni in termini di tetti scoperchiati, alberi sradicati, oltre a disagi e rallentamenti vari dovuti a raffiche di vento e allagamenti. Le risorse disponibili sarebbero ottimizzate se si imperniassero sulla “mutualizzazione assicurativa” ma proprio qui, secondo l’Aiped, si sarebbe innescato un cortocircuito. Per l’Associazione italiana periti estimatori danni, infatti, i prezzi delle assicurazioni sulle abitazioni sono saliti del 9,1% annuo a luglio e a trainare il rincaro ci sarebbe, paradossalmente e in barba alla mutualizzazione, proprio la maggiore richiesta di coperture assicurative.
I periti non comunicano la percentuale di crescita di queste ultime ma è certo che il maltempo che sta affiggendo la penisola da inizio anno – con alluvioni, grandine, trombe d’aria e nubifragi non solo al Nord – abbia giocato un ruolo determinante. Dall’AIBA all’IIA da Swiss RE all’IVASS, ricerche anche recenti sul tema davvero non mancano. La consapevolezza che il cambiamento climatico sia ormai irrefrenabile e i reiterati allarmi sulla crescente frequenza e intensità di intemperie e fenomeni atmosferici eccezionali (il Sud è contemporaneamente preda di caldo e incendi) hanno acceso una maggiore coscienza tra i proprietari di immobili – meno accorti degli imprenditori intervistati nello speciale agricoltura dell’IPF 2023 di EMFgroup – ma i prezzi, in assenza di una partecipazione statale, diventano sempre più proibitivi. Quello medio stimato dall’Aiped è oggi di 138,5 euro a unità residenziale ma la cifra finale ovviamente cambia, e di molto, a seconda della regione in cui il contratto viene stipulato, dello stato del bene che s’intende proteggere e dei differenti eventi estremi per cui si desidera estendere la copertura: ogni singola calamità va esplicitamente attivata ed estesa anche alle diverse pertinenze dell’abitazione, e vanno osservate tutte le condizioni riguardanti l’accertamento della responsabilità.
Ci sono pure neve, frane e terremoti – solo per citarne alcuni – tra le sciagure da cui contribuire a tutelarsi. L’assicurazione copre, tra le altre, le eventuali spese di demolizione e smaltimento e garantisce facoltativamente perdite, relative ad esempio ai canoni d’affitto, tenendo spesso conto di investimenti green. La detraibilità del 19% dall’Irpef non basta e la legge delega fiscale ha blindato lo sconto per le polizze a copertura di eventi calamitosi. A nostro avviso gli aumenti delle polizze non sono dettati dalla maggiore domanda ma dall’inflazione, che ha aumentato il costo di ogni ricostruzione e rimborso. Lo dimostra l’aumento subito dall’Rc auto che, obbligatoria, non ha registrato le stesse impennate della domanda.
Ivass su Assicurazioni Agricole: un mercato Importante da Potenziare