di Giuseppe Gaetano, editor in chief
“Il casualty americano è l’elefante nella stanza“: non usa mezzi termini il senior director di S&P Global Ratings, Taoufik Gharib, nel suo briefing al Monte Carlo ReInsurance Rendez-Vous 2024, il meeting mondiale dei colossi della riassicurazione internazionale, che precede la due giorni italiana del ReInsurance Day di EMFgroup in agenda a Milano il 9 e 10 ottobre.
Per Swiss Re, nel 2023 l’inflazione sociale ha spinto le richieste di risarcimento danni degli statunitensi al picco del 7% per la prima volta da 20 anni a questa parte: hanno riguardato soprattutto la responsabilità civile e in dettaglio i sinistri per lesioni personali, riducendo l’attività di sottoscrizione e la capacità assicurativa delle compagnie. Insieme al numero sono esplosi pure i costi delle controversie legali, e di conseguenza i premi per tutelarsi (senza tuttavia tenere il passo delle perdite).
Del resto, nel mondo anglosassone il diritto civile si basa su precedenti e i casi giudiziari sono risolti da giurie; così, negli ultimi 5 anni, le perdite assicurate per danni commerciali sono cresciute al di là dell’Atlantico a un tasso medio annuo dell’11% toccando 143 miliardi di dollari nel 2023: più delle catastrofi naturali (108 mld). Fin quando gli elevati tassi di interesse compenseranno questa voce di bilancio?
Per fortuna in Europa, al momento, c’è solo un altro tipo di inflazione, quella economica; tuttavia il gruppo svizzero non esclude che le domande di risarcimento di massa possano espandersi anche in Ue, a causa di significativi cambiamenti legislativi nelle direttive sulla responsabilità del prodotto e sulle azioni rappresentative. Ai player non resta che investire in valutazione e modellazione del rischio, gestione dei sinistri, grazie ovviamente alle nuove tecnologie.
Senza il boom del contenzioso Usa, che nell’ultimo anno e mezzo ha costretto numerosi riassicuratori a rafforzare le proprie riserve, l’outlook dell’agenzia sul comparto riassicurativo globale sarebbe stata positiva anziché stabile. Il resto del quadro infatti è infatti assolutamente confortante, dal prezziario alla capitalizzazione al patrimonio.
A livello mondiale, i colleghi di Ficht prevedono che i premi netti di riassicurazione continueranno a crescere nel 2024 e nel 2025, toccando rispettivamente 173,4 e 183,8 miliardi di dollari nonostante il raggiungimento di un tariffario ormai adeguato e il crescente impatto delle perdite catastrofali sui premi: dall’11,1% dell’anno scorso all’attuale 14,3 al 16,4 nel 2025; con una corrispondente variazione del combined ratio dall’87,3 all’88,2 al 90,2% e del Roe dal 21,8% al 20,7 al 18,9%. Purtroppo la sciagura è sempre dietro l’angolo pronta a far saltare le cifre, ed è esattamente questa sua imponderabilità che vuole tamponare il decreto sull’obbligo di copertura per le imprese, a cui si sta lavorando da mesi in Italia.
Stessa rosea view sul futuro del comparto è emersa, all’appuntamento monegasco, da un report realizzato da AM Best per il broker Guy Carpenter, secondo cui i riassicuratori proseguono a espandersi nei rami primari e specialistici grazie all’assenza di startup in questo mercato, che ha consentito ai player tradizionali di mantenere le loro quote senza ammorbidire le condizioni, dunque un settore “ben posizionato per assorbire un livello ragionevole di perdite e continuare a far crescere il capitale“.
Munich Re stima dal canto suo una crescita del 2-3% del business nei prossimi 3 anni, trainata da Asia e America Latina. Per quanto concerne i nat cat, il trend al rialzo delle perdite assicurate è collegato a beni ultimamente sempre più esposti a calamità secondarie rispetto a uragani e terremoti – come inondazioni o tempeste connettive – la cui maggior frequenza finisce però per provocare più danni dei grandi disastri, a causa del degrado e della cementificazione del territorio che li ospita.
Ma c’è anche il cyber risk che continua a impensierire gli operatori: non va dimenticato minacciando lo stesso servizio assicurativo – al pari del cambiamento climatico – nel momento in cui le difese, per mitigarne gli effetti potenzialmente dirompenti, dovessero mettere a repentaglio capacità e redditività sostenibile delle compagnie. La domanda complessiva di protezione resta elevata, ma non basta: “Dobbiamo raggiungere costantemente tassi adeguati al rischio, dato che la crescente volatilità e l’esposizione si traducono in una necessità di più capitale” avverte il colosso tedesco. Al riguardo, il Ceo di SCOR Thierry Léger ha fatto notare come il protection gap oltre il 90% rappresenti un’opportunità “quasi illimitata” di sviluppo per la riassicurazione informatica nell’arco dei prossimi decenni, sebbene i sistemi digitali ormai interconnessi sull’intero pianeta accumulino il rischio, riducendo la possibilità di diversificarlo.
Non è mancato chi, come Marsh McLennan e AON (che in base dei ricavi del 2023 e della prima metà del 2024 si conferma il miglior broker), ha invitato la comunità assicurativa a supportare la resilienza dell’Ucraina rimuovendo le esclusioni generali che penalizzano indiscriminatamente ogni area del Paese, ostacolandone di fatto la ripresa economica. A marzo Marsh, in partnership con governo ucraino e Lloyd’s, ha ampliato la polizza “Unity” per coprire dai rischi di guerra le navi con carichi non militari; mentre lo scorso giugno Aon ha collaborato con la U.S. International Development Finance Corporation su un programma assicurativo da 350 milioni, progettato per accelerare nuovi investimenti: anche in quest’ambito, ogni obiettivo è difficilmente realizzabile senza opportuni accordi pubblico-privato.
Ritroveremo molti di questi temi e attori tra meno di un mese al succitato ReInsurace Day 2024, dedicato a facilitare la delicata fase del rinnovo dei trattati, giunto quest’anno alla quarta edizione e di cui PLTV.it sarà come sempre media partner esclusivo. Di seguito gli highlights del 2023, quando si sono tenuti circa 300 incontri tra oltre 40 player del mercato.
Enrico Pollino (EMFgroup): “Il ReInsurance Day è diventato un Evento Internazionale”