24 Settembre 2024

Polizze Catastrofali: “Obbligo dall’1 gennaio 2025”, ma solo per le Compagnie. Subito il 30% di rimborso Danni

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

L’obbligo di copertura dai danni provocati da alluvioni, inondazioni, esondazioni, terremoti e frane – introdotto dalla Legge Finanziaria 2024 – “entrerà in vigore il primo gennaio 2025 e interesserà tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia”.

Nella nota diffusa ieri, al termine dell’incontro con le associazioni rappresentative delle categorie produttive, il Mimit ha tirato dritto sul decreto attuativo ma, riguardo ai tempi, toccherà aspettare almeno la fine di gennaio: una volta approvato, il testo dovrà infatti essere sottoposto all’esame di Corte dei Conti e Consiglio di Stato, prima di finire in Gazzetta ufficiale. Iter che difficilmente si concluderà entro l’1 ottobre, data che consentirebbe di rispettare il periodo di 3 mesi dalla pubblicazione entro cui i player non potranno rifiutarsi di contrarre il rischio secondo le nuove regole, naturalmente entro i limiti della rispettiva tolleranza al rischio e in coerenza con il fabbisogno di solvibilità globale.
A meno che la transizione non salti: non sarà certo un mese a cambiare la situazione, anche perché le assicurazioni sono pronte da tempo a questo passo e la stessa Sace – che potrà riassicurare il rischio assunto dalle compagnie, con convenzioni a condizioni di mercato – si è portata avanti con una propria polizza ad hoc.

C’è da specificare poi che, di fatto, la “obbligarietà” riguarda solo le compagnie, che certo non vorranno incorrere in una multa che ne appanni l’immagine. Per loro è stato confermato anche l’obbligo – previsto dal ddl Ricostruzione all’esame del Parlamento – di corrispondere entro 15 giorni dall’evento un anticipo del 30% dei danni stimati (tutt’altro che semplice quantificare in tempi brevi, nell’immediatezza del disastro).
Per le aziende che non attiveranno la polizza, la “pena” è invece la decadenza di agevolazioni e garanzie statali sui finanziamenti, a cui si rivolgono soprattutto le micro e piccole imprese meno assicurate: se vi ricorrono per carenza di liquidità, come chiedergli di pagare un premio che – in base alle caratteristiche tecniche e geografiche dell’attività – potrebbe risultare notevole in assenza di un’autentica mutualizzazione? Così si ritroveranno senza risorse prima e dopo l’eventuale catastrofe naturale. Non a caso il mondo dell’industria, dell’artigianato e del commercio ha chiesto più tempo al Mef per adeguarsi alla normativa, come proponeva l’emendamento FdI ritirato all’ultimo: “Potrebbe accadere che nei territori dove ci sono problemi gli industriali non investano più – avverte il presidente di Confindustria, Emanuele Orsinisi -, vorrebbe dire desertificare pezzi del territorio e non ce lo possiamo permettere”.

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