19 Dicembre 2023

Polizze Catastrofali per Imprese: a inizio 2024 le “Istruzioni” per le Assicurazioni sull’Obbligo a Contrarre

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Atteso a fine marzo dell’anno prossimo il decreto di Mef e Mimit che metterà a terra in maniera concreta, con linee guida anche su massimali e franchigie, l’obbligo per le imprese ad assicurarsi contro i danni catastrofali.

Non c’è tempo da perdere se si vuole rispettare la scadenza del 31 dicembre 2024 e consentire alle compagnie di creare con accuratezza i prodotti. Allo stato, infatti, la norma resta estremamente lacunosa e generica. Sarà importante in questo periodo il contributo dell’Ivass per definire il più possibile in dettaglio condizioni e criteri per parametrare i premi delle polizze e soprattutto i tetti alla capacità di assunzione dei rischi da parte delle compagnie, in base alle loro possibilità. C’è bisogno che il legislatore definisca l’esposizione massima dei player che si riassicurano con la Sace in partnership al 50%, altrimenti – ha già da tempo avvisato l’ANIA – sarà impossibile “reperire, anche sui mercati internazionali, la capacità assicurativa necessaria per garantire un rischio potenzialmente illimitato”: il superamento di una certa soglia, di conseguenza, non sarebbe configurabile come violazione dell’obbligo a contrarre. Appare comunque scontato che questo, insieme alle sanzioni per la sua violazione, varrà solo per i gruppi assicurativi che hanno capienza.
Tra i numerosi elementi tuttora da chiarire – dalla “definizione univoca degli eventi da assicurare” alle “modalità di determinazione dei valori assicurati” -, ANIA rileva anche la facoltà di sottoscrivere “con l’accordo delle parti, limiti e sottolimiti delle coperture in aggiunta a franchigie e scoperti e, più in generale, le clausole contrattuali ammissibili”. Inoltre, sarebbe “utile stabilire l’esonero integrale di tali coperture dall’imposta sui premi”.

Così come formulato, l’articolo 24 del Disegno di bilancio scontenta pure le imprese chiamate a proteggersi dalle minacce del clima. Confindustria teme un conto salato dai premi delle polizze e lamenta l’assenza di mappe e dati sull’impatto di tale mutualizzazione su un universo imprenditoriale molto frastagliato. Certo il paracadute dell’assicurazione non deve deresponsabilizzare istituzioni nazionali e regionali dall’opera di prevenzione e messa in sicurezza di una penisola in balìa del cambiamento climatico, a rischio sismico e idrogeologicamente fragile, di cui gli eventi atmosferici estremi spesso ne amplificano solamente l’intrinseca e distintiva vulnerabilità. Inevitabile, per tali obiettivi, il ricorso a modelli previsionali digitali che le nuove tecnologie debbono elaborare ormai in poche settimane.

Va ricordato che, a parte Sace, al momento l’unico altro intervento risarcitorio pubblico per strutture, infrastrutture e attività produttive colpite da calamità naturali ed eventi eccezionali è limitato alle poche risorse a disposizione del Fondo di solidarietà nazionale, esteso dall’agricoltura alla pesca e all’acquacoltura ma evidentemente insufficiente di fronte a disastri di vasta portata.
Il ministero dell’Agricoltura, però, ha tagliato nel frattempo dal 70 al 40% il contributo per le polizze sottoscritte proprio dagli imprenditori del comparto più in pericolo, portandolo a meno di 3 miliardi di euro. Il dicastero ha spiegato il taglio con l’aumento dei costi delle polizze e il maggior numero di assicurati: se così fosse, sapendo delle difficoltà economiche delle aziende agricole, perché il governo ne avrebbe ordinato l’obbligatorietà, costringendole a un esborso tanto elevato per non finire addirittura fuori legge? Oggi “il ricorso a strumenti assicurativi è l’unica modalità per garantirsi da compromissioni del reddito causati da fenomeni avversi” riconosce, tra gli altri, la Cia. Da notare che l’aiuto pubblico sarà anche più basso (il 37%), se il prodotto copre due avversità catastrofali, di frequenza o accessorie, oltre alle più comuni fitopatie e infestazioni parassitarie dei vegetali.

Giuseppe Gionta (Acrisure Re): “Noi Broker, tra Riassicuratori e Cedenti per il Miglior Trattato”

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