di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Nel 2025 e 2026 la raccolta premi globale del settore Vita aumenterà del 3% annuo, il doppio della media degli ultimi 10 anni; e il ritmo proseguirà anche in futuro, portandola dai 3.100 miliardi di dollari del 2024 a 4.800 nel 2035 (+54%).
A sostenere la domanda, secondo Swiss Re: aumento dei salari reali, tassi di interesse ancora alti in mercati chiave, invecchiamento della popolazione e crescita della classe media nelle piazze emergenti. “I baby boomer stanno entrando in età da pensione proprio mentre i tassi più elevati rafforzano il business del risparmio assicurativo, e questa è una convergenza favorevole” per Paul Murray, CEO Life & Health Reinsurance del colosso svizzero: “I pensionati sono alla ricerca di un reddito stabile e privo di preoccupazioni”, e le compagnie si stanno facendo avanti per soddisfare l’ambizione. In Italia e Francia, in particolare, i consumatori si orienteranno sempre più verso le polizze index-linked. In Europa, inoltre, si registra una solida domanda di coperture per invalidità e assistenza a lungo termine.
Riguardo al settore non Vita, anche a causa del riprezzamento dei rischi dovuto all’aumento dei sinistri, il gruppo elvetico prevede una crescita dei premi globali del 4,3% nel 2024 e del 2,7% nel 2025 e 2026 contro la media del 3,1 degli ultimi 5 anni. Ulteriori miglioramenti nei risultati degli investimenti dovrebbero sostenere la redditività complessiva del comparto Danni: il Roe, nei 6 maggiori mercati del ramo, sarà del 10% sia nel 2025 che nel 2026, così da superare il costo del capitale.
Per quanto attiene più da vicino al nostro mercato, dalle statistiche ANIA e IVASS nel primo semestre dell’esercizio in corso emerge un’ottima performance sia nel Vita che nel Danni. Il 59% degli assicurati retail italiani, che hanno sottoscritto una polizza Vita, risulta però insoddisfatto dai prezzi; e il 58% dalla liquidazione dei sinistri, soprattutto per la mancanza di digitalizzazione nel processo liquidativo (lamentata anche dal segmento corporate). Va meglio la fase onboarding, con il 30% dei clienti scontento dei termini complessi del prodotto e il 21% dei lunghi tempi per l’iter di richiesta (ma c’è anche chi non apprezza l’impossibilità di modificare alcune condizioni contrattuali in corso). Gran parte del malcontento verso il mercato del ramo Vita riguarda quindi l’intero customer journey: appena il 5% dei player ne offre di alto livello.
Quest’altro scenario emerge dal “World Life Insurance Report 2025” di Capgemini, condotto su 20 piazze tra cui la nostra, che tuttavia registra percentuali di bocciatura leggermente più basse rispetto alla media globale. Gli assicurati più giovani – tra 18 e 40 anni – sono i più insoddisfatti, in particolare da mancanza di canali di comunicazione dedicati e flessibilità nelle richieste di risarcimento, oltre che dall’impossibilità di gestire in autonomia le polizze.
Nonostante la crescente attenzione verso il digital business, a quanto pare solo il 9% delle compagnie ha introdotto processi a livello di ecosistema capaci di acquisire dati da più fonti, per creare una visione complessiva della clientela e offrire esperienze personalizzate tramite i canali preferiti; e solo il 41% ha raggiunto o superato i propri obiettivi di trasformazione tecnologica.
Evidentemente i massicci investimenti già realizzati sono ancora insufficienti, ma la spinta dell’Intelligenza artificiale promette di migliorare i servizi del comparto assicurativo per la gestione del self-service e dei sinistri, automatizzando ed efficientando le diverse procedure. “Le compagnie devono superare la percezione che l’assicurazione sulla vita sia solo una ‘protezione sulla morte’ – dice Matteo Bonati, insurance director di Capgemini Italia – e concentrarsi sul coinvolgimento della nuova generazione di assicurati, andando oltre l’approccio basato sui prodotti e mettendo realmente il cliente al centro delle strategie. Molte società di assicurazioni – continua – sono alle prese con tecnologie obsolete o investimenti che non hanno dato i frutti sperati: la strada è ispirarsi ai leader del settore, incorporando nei processi principali servizi human-touch potenziati dall’IA”.
Appetibilità dei Prodotti Vita in Banca: parola a Credemvita, Athora, Italiana, Intesa, BdM e CNP