Su 58 contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti negli ultimi mesi, ben 44 (il 76%) prevedono l’iscrizione obbligatoria e automatica dei dipendenti ai fondi negoziali di sanità integrativa.
Il dato emerge dal rapporto “Welfare for people”, realizzato da Adapt con Intesa Sanpaolo. Non mancano tuttavia sistemi contrattuali in cui le parti hanno optato per meccanismi di adesione volontaria. Per quanto riguarda le prestazioni sanitarie garantite, emerge una sempre più ampia capacità di copertura sia degli oneri a carico dell’utente per le prestazioni del Ssn sia di prestazioni integrative rispetto ai livelli essenziali di assistenza.
“Welfare Hub – commenta Tiziana Lamberti, direttore sales & marketing e wealth management & protection di Intesa Sanpaolo – è la nostra piattaforma di relazione digitale e multicanale che consente la gestione dei programmi di welfare aziendale, adottato da oltre 4800 aziende clienti, a cui fanno riferimento più di 206 mila dipendenti. Inoltre, tramite la Divisione Insurance, proponiamo soluzioni di previdenza complementare così come coperture collettive per rischio infortuni e salute“. I settori più virtuosi sono risultati quelli chimico-farmaceutico ed energetico, favoriti da un’incisiva azione della contrattazione aziendale volta anche a soluzioni di flessibilità e di conciliazione vita-lavoro