Piogge scarse e violente, molto caldo e siccità. Mentre l’Italia e buona parte dei paesi europei continuano a bollire sotto il sole, in altre parti del mondo si contano i danni di violenti temporali e inondazioni.
Gli effetti del clima si fanno sentire in tutto il mondo e in Europa la grave mancanza di piogge di questi mesi ha influenzato la maggior parte dei fiumi. Pesano anche le temperature più calde che hanno aumentano l’evapotraspirazione innescando una maggiore richiesta di acqua, e contribuendo così ad aumentare la gravità della situazione. La riduzione del volume di acqua immagazzinata ha anche avuto pesanti ripercussioni sul settore energetico sia per la produzione di energia idroelettrica che per i sistemi di raffreddamento di altre centrali elettriche e messo a rischio i raccolti degli agricoltori in tutta Europa.
Tali disastri stanno costando all’economia globale centinaia di miliardi di dollari. Le condizioni di siccità estrema, le inondazioni e le tempeste dello scorso anno hanno portato a perdite globali di oltre 224 miliardi di dollari, secondo l’Emergency Events Database gestito a Bruxelles dal Centre for Research on the Epidemiology of Disasters.
Condizioni pesanti, ma che sono destinate a peggiorare nei prossimi anni, con danni economici globali stimati a 5,6 trilioni di dollari entro il 2050.
Le forti piogge di quest’anno hanno provocato inondazioni in Cina e Corea del Sud, interrotto la fornitura di acqua ed elettricità in India. Ma poiché il climate change alimenta precipitazioni più intense, inondazioni, ma anche periodi di prolungata siccità, nei prossimi decenni i costi connessi al clima sono destinati a salire, come osserva il rapporto della società di consulenza ingegneristica e ambientale GHD.
“Che sia troppa o troppo poca, l’acqua può essere la forza più distruttiva che una comunità può sperimentare”, ha affermato Don Holland di GHD Canada.
GHD ha valutato i rischi idrici in sette paesi che rappresentano diverse condizioni economiche e climatiche: Stati Uniti, Cina, Canada, Regno Unito, Filippine, Emirati Arabi Uniti e Australia. Utilizzando dati assicurativi globali e studi scientifici su come gli eventi estremi possono influenzare diversi settori, il team ha stimato l’ammontare delle perdite che i Paesi devono affrontare in termini di costi immediati e per l’economia generale.
Negli Stati Uniti, la più grande economia del mondo, le perdite potrebbero ammontare a 3,7 trilioni di dollari entro il 2050, con un prodotto interno lordo statunitense in calo di circa lo 0,5% ogni anno fino ad allora.
La Cina, la seconda economia mondiale, dovrà affrontare perdite cumulative di circa 1,1 milioni di dollari entro la metà del secolo.
Dei cinque settori di attività più vitali per l’economia globale, la produzione e la distribuzione sarebbero le più colpite da disastri, con costi di 4,2 trilioni di dollari, per via della scarsità d’acqua che ava a interrompere la produzione, mentre tempeste e inondazioni distruggono infrastrutture e scorte.
Il settore agricolo, vulnerabile sia alla siccità che alle piogge estreme, potrebbe subire perdite per 332 miliardi di dollari entro il 2050. Tra gli altri settori più colpiti troviamo il commercio al dettaglio, il settore bancario e quello dell’energia.