Per il 46% degli italiani il servizio sanitario pubblico non risponde più ai bisogni di salute e prevenzione dei cittadini; oltre il 69% si è rivolto al privato nell’ultimo anno, e il trend è in netta ascesa essendo diventata una scelta obbligata per proteggere il nostro bene più prezioso.
Sono i principali dati emersi dall’ultima survey dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, su un campione di 1.200 persone sparse su tutto il territorio nazionale. Le misure ritenute più urgenti, e strettamente correlate, sono la riduzione dei i tempi di attesa (68%) per visite ed analisi e l’assunzione di personale sanitario (49%) in ospedali, cliniche e ambulatori; il 44% ritiene addirittura inadeguata la professionalità di chi ci lavora, lamentando scarsa qualità di prestazioni e servizi.
Sono finiti da un pezzo i tempi in cui il Ssn era un fiore all’occhiello mondiale: ora solo per l’11% degli intervistati è sufficiente da solo, senza una polizza sanitaria integrativa; un terzo, inoltre, vorrebbe che si svolgessero più campagne di prevenzione. Temi di cui si è diffusamente discusso a fine ottobre, anche con la stessa Unisalute, durante l’Health Insurance Summit 2023 di EMFgroup di cui PLTV è media partner, anche sul versante dell’assistenza e della non autosufficienza. La fotografia scattata dalla compagnia del Gruppo Unipol aggiorna un quadro noto al settore assicurativo e sanitario italiano, ma forse un po’ meno alle istituzioni: il 68% è pessimista sulla possibilità che lo Stato riesca a risollevi la situazione.
Un Caffè con Massimo Piana (UniSalute): “Servizi per la Salute per Colmare il Protection Gap”
