“A fronte delle sfide globali di oggi – cambiamenti demografici, climatici, transizione digitale e Intelligenza Artificiale – il mondo assicurativo contribuisce ad affrontare le trasformazione in atto offrendo indirizzo e supporto di capitali e creando contesti di benessere e tranquillità per le famiglie, le aziende e le persone che vi lavorano“.
Così Virginia Borla, da poco più di un mese nuovo AD e DG di Intesa Sanpaolo Vita e responsabile della divisione Insurance del Gruppo, durante un evento organizzato ieri a Roma da First Cisl. Secondo la manager “una progressiva integrazione tra sistema assicurativo e settore pubblico, come sta avvenendo per la protezione dagli eventi catastrofali per le aziende, può riconoscere alle compagnie il ruolo fondamentale di ammortizzatore degli impatti causati dalle maggiori calamità – terremoti, alluvioni, pandemie – in grado di offrire rapidità di intervento e sostegno concreto“.
“Intesa Sanpaolo – ha concluso Borla -, attraverso un modello di bancassurance unico in Italia, ha fatto proprie le logiche mutualistiche e solidaristiche per sviluppare soluzioni dedicate alle fasce più fragili come giovani, famiglie e anziani investendo nello sviluppo capillare della cultura e della sensibilità assicurativa“.
E’ stata la prima uscita pubblica di Borla – che è diventata anche vicepresidente ANIA – dalla nomina ai vertici dell’istituto, nell’ambito del processo di ricambio generazionale del management avviato dal Ceo Carlo Messina.
Laureata in Economia aziendale all’Università di Torino, dov’è nata 44 anni fa, è entrata nel Gruppo bancario nel 2000 ricoprendo diversi ruoli. Ha iniziato la carriera nella rete commerciale prima come assistente alla clientela, poi come gestore e infine come direttore di filiale; per passare poi alle strutture centrali. Da aprile 2022 è stata capo dell’area business governance Banca dei Territori, sovrintendendo tra l’altro allo sviluppo di prodotti.
L’importanza della sinergia pubblico/privato, soprattutto riguardo la risposta del sistema sanitario alle sfide poste dalla crescita della popolazione over 65 e delle patologie croniche, era già stata sottolineata nella dichiarazione iniziale affidata al comunicato in occasione del conferimento dell’incarico: “La digitalizzazione e l’utilizzo dell’IA– aveva detto – mette a disposizione degli strumenti che possono da un lato aiutare il gestore di filiale a individuare il bisogno di copertura del cliente, e dall’altro ottimizzare efficienza operativa, presidio e valutazione dei rischi all’interno della fabbrica prodotto“.
“Inoltre, in particolare nell’ambito salute – aveva concluso – l’utilizzo dei dati, nel rispetto delle norme, permette di fornire tariffe più mirate rispetto alle esigenze di cura dei clienti e nello stesso tempo gestire i casi di overtreatment che aumentano i costi della compagnia senza portare beneficio per il paziente“.