Frenano i prestiti a imprese e famiglie a giugno: -1,5% annuo nel complesso, mentre a maggio erano calati rispettivamente del 2,9% e cresciuti dello 0,8%.
Lo rivela il bollettino ABI diffuso oggi. La raccolta indiretta, ovvero gli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione che detenuti direttamente dai clienti), registra un incremento di oltre 213 miliardi annui a maggio 2023 di cui: 118,7 riconducibili alle famiglie; 27 alle imprese; il restante agli altri settori (imprese finanziarie, assicurazioni, Pa). La raccolta obbligazionaria a medio-lungo termine è cresciuta a giugno del 14,3% annuo, mentre i depositi sono scesi del 4,1%; sempre a giugno la dinamica della raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è calata del 2,3%.
L’effetto austerity degli 8 rialzi consecutivi del costo del denaro da parte della BCE si nota sui forti incrementi dei tassi sui depositi, che il mese scorso hanno toccato il 3,23% dallo 0,29% di giugno 2022 (ultimo mese prima dell’inizio della stretta monetaria); il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso è pari al 3,63% (1,31% a giugno 2022). Salgono anche gli interessi sui finanziamenti: il tasso medio sui nuovi mutui è arrivato al 4,27% dal 2,05% di un anno fa, quello sui prestiti alle aziende al 4,86% (1,44%); per un valore medio sul totale delle erogazioni del 4,25%.
A maggio 2023 le banche operanti nel nostro Paese detenevano titoli di stato italiani per 380 miliardi di euro (372,8 a fine 2022). Infine, le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dagli istituti con proprie risorse) sono state 15,3 miliardi: 1,1 in più da dicembre. Se confrontato con il record di 88,8 del novembre 2015, il calo è di ben 73,5 mld. A maggio il rapporto delle sofferenze nette su impieghi totali è in aumento allo 0,89% a maggio rispetto allo 0,81% di fine 2022.
ABI: Credito a Rischio, Cambiare Regole EBA per Mutuatari Insolventi