La pausa della BCE al rialzo dei tassi di riferimento deve ancora trasmettersi al mercato: nel suo bollettino mensile, ABI rileva che a ottobre il tasso medio sui nuovi mutui immobiliari è salito al 4,37% – ai massimi da febbraio 2009, a fronte del 4,21% di settembre – e quello sui prestiti alle imprese al 5,45% – ai massimi da ottobre 2008, contro il 5,35% del mese precedente – per un interesse medio sul totale dei finanziamenti cresciuto da 4,61 a 4,70%.
Stretta monetaria e rallentamento dell’economia proseguono a deprimere la domanda di credito: il mese scorso i prestiti a imprese e famiglie sono calati in tutto di un altro 3,6% annuo dopo il -3,8% segnato a settembre, ma per il vice dg Gianfranco Torriero “non c’è una stretta creditizia“ perché gli impieghi – al netto delle cartolarizzazioni – “sono superiori ai livelli pre Covid di settembre 2019“. La contrazione è molto più evidente per le aziende, che hanno accumulato risorse nei depositi per oltre 500 miliardi di euro.
Stabili le sofferenze sui prestiti, pari a settembre a 17,8 mld (ben lontane dagli 88,8 mld del novembre 2015), e il rapporto sugli impieghi complessivi scende all’1,05%. Infine, nonostante il forte incremento della raccolta indiretta, quella diretta è risultata in calo a ottobre del 2,5% annuo (-1,5% a settembre).