UniCredit chiude il bilancio d’esercizio 2023 con un utile netto di 8,6 miliardi di euro, in rialzo di oltre il 50% rispetto al 2022, e ricavi totali pari a 23,8 mld, sostenuti da 14 mld di margine di interesse e 7,5 mld di commissioni, resilienti nonostante l’avverso scenario macroeconomico beneficiando di fonti diversificate.
Al 31 dicembre 2023 i costi totali sono diminuiti dell’1% annuo, attestandosi a 9,5 mld a dispetto delle pressioni inflazionistiche, per un rapporto costi/ricavi al 39,7%. I risultati, bel oltre le attese degli analisti, seguono l’ottimo trend individuato anche dalla precedente relazione sul terzo trimestre dell’anno scorso: il quarto è il 12esimo consecutivo di crescita per la redditività della banca, ottenuta bilanciando le tre leve finanziarie di ricavi, costi e capitale e sfruttando un modello paneuropeo unico, che la vede presente in ben 13 Paesi (negli ultimi mesi, in particolare, il Gruppo sta fortemente sviluppando il proprio business nei mercati est europei).
CET1 ratio al 15,9%, robusto portafoglio creditizio da 428 mld, basso costo del rischio ed elevata qualità degli attivi “ci collocano in una posizione invidiabile per continuare a muoverci efficacemente in un ambiente incerto – esulta l’amministratore delegato Andrea Orcel -. Questo dimostra cosa possiamo raggiungere quando mettiamo i clienti al centro e ci concentriamo sulla nostra trasformazione industriale. E se da un lato abbiamo superato di gran lunga le nostre ambizioni iniziali con UniCredit Unlocked, il nostro percorso è tutt’altro che terminato” aggiunge, lanciando dunque l’ingresso nella fase finale piano industriale che terminerà a fine 2024.
Il focus è ora su “attività con i clienti redditizie ed efficienti in termini di capitale, piuttosto che in termini di volumi di prestiti” spiega ancora Orcel. Per quest’anno UniCredit si aspetta un utile netto sostanzialmente in linea con il 2023: “Sarà un anno di normalizzazione – annuncia -, stiamo abbassando la burocrazia e investendo in tecnologia per rendere il business più efficiente“, perché “non siamo ancora alla fine del processo di efficientamento“.
Unicredit guarda a Est, Orcel: “Nuove Acquisizioni nei Prossimi Anni”