Il 97% dei bancari italiani ha un fondo pensione, per lo più chiuso; solo una minima parte non investe in previdenza complementare: è quanto emerge da un sondaggio Cnel su oltre 194.200 dipendenti di 83 istituti di credito, appartenenti a 11 gruppi.
I contributi medi del settore (3,74% dello stipendio) sono superiori a quelli versati da molti altri comparti. Tutti i lavoratori sono coperti da assistenza sanitaria integrativa in virtù del Ccnl di categoria, con una spesa media aziendale di 1.025 euro a persona: poco più della metà coglie però l’opportunità di estenderla all’intero nucleo familiare.
Inoltre, il 91% di chi va in pensione può prolungare la polizza con un contributo a proprio carico.
Per quanto riguarda lo strumento long term care, sono 86.100 i dipendenti che ne godono come benefit contrattuale aggiuntivo. Le coperture attivate sono esplose dalle 55 del 2023 alle 524 di fine 2024; segno che il prodotto è sempre più conosciuto e soprattutto utilizzato, con costi non da poco: l’anno scorso sono stati erogati ben 2,87 milioni di euro di rimborsi, per un importo medio di 11.117 euro ad assistito.
Il comparto è meno penetrato proprio per il prezzo del rischio, sempre più elevato in assenza di prevenzione, che si riflette inevitabilmente sui premi Ltc.
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