Le grandi banche italiane – Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, BPER e MPS – hanno registrato un utile netto aggregato di 4,8 miliardi di euro nel primo trimestre 2023, il triplo dello stesso periodo del 2022 grazie a maggiori ricavi, controllo delle uscite e minori costi del credito.
Lo sottolinea uno studio pubblicato oggi da DBRS Morningstar. In dettaglio, nei primi 3 mesi dell’anno i ricavi totali delle 5 Big sono aumentati del 16% annuo mentre quelli “core” (NII e commissioni nette) del 26%. Andrea Costanzo, vicepresidente del team DBRS, prevede che dopo i forti aumenti il margine d’interesse “si stabilizzerà gradualmente nei prossimi trimestri, che la pressione sui costi di finanziamento aumenterà e che la concessione di nuovi prestiti rallenterà a causa dei tassi più elevati e dell’inasprimento degli standard creditizi: i maggiori profitti operativi costruiti sul NII consentiranno alle banche con maggiore flessibilità di accumulare riserve più elevate”.
I costi operativi sono aumentati dell’1% su base annua nel primo trimestre ma sono diminuiti del 14% su base trimestrale, riflettendo l’ottimizzazione dei costi a compensazione dell’impatto negativo dell’inflazione. Il cost/income medio si è assestato intorno al 47% dal 55% dell’anno scorso. Gli accantonamenti per perdite su prestiti sono diminuiti del 72%, venuti meno quelli per le esposizioni dirette verso Russia e Ucraina e limitati i nuovi afflussi di NPL. Il costo del rischio medio annualizzato è risultato di 39 punti base: gli istituti prevedono però un leggero aumento nei prossimi mesi, fino a 40-50 punti base, a causa del deterioramento della qualità degli attivi. In lieve crescita gli NPE, ma comunque fermi a un tasso di insolvenza medio inferiore all’1%. Analogo ottimismo sul futuro del nostro comparto bancario è stato espresso negli ultimi giorni anche da altre ricerche, e dalla stessa view diffusa dall’OAM nell’ultimo numero del suo magazine.
Banche: Nuova Stretta sui Prestiti nel I Trimestre, ma Rialzo Tassi positivo fino a Bilanci 2024