10 Febbraio 2025

Bper-Pop Sondrio, sesta mossa sul Risiko bancario/assicurativo nazionale

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

E’ stato un weekend di dibattito, tra gli analisti, per valutare quella che è a tutti gli effetti la sesta mossa sullo scacchiere del sistema bancario italiano in 5 mesi contando i dossier UniCredit-BPM, BPM-Anima, Banca Ifis-illimity, MPS-Mediobanca e Generali-Natixis.

Parliamo dell’offerta pubblica di scambio di Bper per Popolare Sondrio, giunta proprio a ridosso della diffusione dei bilanci 2024 di entrambi i Gruppi. “Si tratta di un’operazione non concordata (né tantomeno sollecitata, ndr), il mercato ha reagito apprezzando ulteriormente il nostro titolo e penalizzando quello di Bper” ha scritto il consigliere delegato e direttore generale dell’istituto valtellinese, Mario Alberto Pedranzini, in una lettera inviata ai dipendenti venerdì sera, a ridosso dell’annuncio. Che è anche una risposta all’iniziativa, piombata tra la relazione d’esercizio e la presentazione del nuovo Piano industriale 2025-2027 completamente stand alone – in programma mercoledì 26 – che in verità aprirebbe alla possibilità di M&A (da tempo si vocifera di un interesse per Cassa di Risparmio di Asti).
Domani, martedì 11 febbraio, il consiglio di amministrazione si riunirà per esaminare la proposta da 4,3 miliardi di euro con premio del 6,6%, finalizzata ad acquisire il controllo, dunque oltre il 50% delle partecipazioni azionarie. Comunque non meno del 35%.

Per Bper l’offerta non è da considerarsi ostile. L’AD Gianni Franco Papa benedice un’aggregazione “basata su logiche industriali”, tarata su “business model affini e valori condivisi“, da cui prevede sinergie per 190 mln, utili oltre i 2 miliardi al 2027 e “l’incremento della produttività per cliente e per sportello – recita il comunicato diffuso ai media –, anche in conseguenza della condivisione delle fabbriche prodotto e delle opportunità di cross-selling nei segmenti di business ad alto valore aggiunto (wealth management, bancassurance e specialty finance), il tutto facendo leva sull’efficace modello di distribuzione dell’offerente” che “ha già dimostrato di essere in grado di aggregare altre reti bancarie”.
Il prossimo 18 aprile l’assemblea straordinaria, già convocata, delibererà l’aumento di capitale necessario: l’obiettivo è ultimare closing e integrazione a fine 2025, per mantenere il posizionamento come terzo player in Italia (specie a Nord). Al contempo Sondrio si avvantaggerebbe dall’adesione al consolidato e diversificato franchising della controllante, supportato da un robusto profilo di credito.

Morningstar DBRS nota come Bper abbia mostrato un buon track record nell’esecuzione di tali processi di integrazione, tra cui le oltre 600 filiali di Intesa Sanpaolo e UBI nel 2021, nonché la fusione per incorporazione di Carige nel 2022. Dati i profili di rischio simili, l’agenzia non prevede che le metriche della qualità degli asset cambino in modo sostanziale. Ricordiamo che Unipol, con il 19,8% delle quote, è primo azionista di tutti e due gli istituti, che svolgono un ruolo chiave nel canale distributivo della bancassurance: elemento che, in teoria, remerebbe a favore dell’accordo. Se l’affare andrà in porto, il marchio BPSO resterà nelle regioni in cui ha più penetrazione, come fatto in precedenza con Carige o Monte di Lucca. La combinazione delle due realtà darà vita però a una gamma di prodotti e servizi più ampia a beneficio della clientela, e a un’espansione geografica dell’attività, che conterà su circa 2.000 filiali con pochissime sovrapposizioni.
All’occhio attento non sarà sfuggito che un “risiko” parallelo sta scorrendo a livello territoriale, con le ultime operazioni Banca del Fucino-CRO e BAPR-Bpsa, ma anche tra BCC e tra Confidi.

MPS: 2024 positivo per i Prestiti alla clientela, ora fari puntati sul dossier Mediobanca

(Visited 29 times, 29 visits today)
Navigazione fra articoli