In arrivo nei prossimi mesi il nuovo piano industriale Cherry Bank, che ridipingerà il modello organizzativo dell’istituto con 3 business unit: retail, corporate e wealth.
“E poi guarderemo alle special situation, con finanziamenti a favore di imprese con business model buoni ma che faticano a ottenere credito” ha annunciato qualche giorno fa al Sole24Ore l’ad e azionista di maggioranza Giovanni Bossi, che non intende fermarsi dimensionalmente all’incorporazione di Popolare Valconca, di cui oggi è stato ufficialmente stipulato l’atto di fusione che porterà il capitale sociale di Cherry a quasi 50 milioni di euro, di cui il 10% detenuto dai soci di Valconca. “Grazie anche ai commissari Livia Casale e Francesco Fioretto, abbiamo chiuso un’integrazione di importanza strategica per il futuro – afferma Bossi -. Ora possiamo parlare di un istituto bancario patrimonialmente più forte e con un’offerta ancora più completa. Adesso l’obiettivo è preparare, entro la metà del 2024 se non prima, il Piano industriale che sarà la nostra bussola per gli anni a venire, anche perché con questa operazione raggiungiamo un patrimonio netto di circa 150 milioni, attivi totali per oltre 3 miliardi e circa 500 dipendenti. La fusione non determinerà l’estinzione del marchio – spiega -, che continuerà ad operare nelle filiali in Romagna con gli sportelli e le insegne targate BPV, per non disperdere un patrimonio riconoscibile sul territorio“.
Nel mentre, “continuiamo a guardarci attorno e siamo sempre aperti a valutare nuovi dossier, fare banca in Italia richiede una dimensione minima: 10 miliardi di attivi e un miliardo di patrimonio è una soglia a cui guardare” ha dichiarato al Sole. Più che agli utili pompati dai margini di interesse, che presto o tardi si restringeranno, Bossi punta sulla consulenza: “L’attività retail ha valore non per fare transazioni ma per costruire un’offerta a tutto tondo, così da soddisfare le esigenze complesse della clientela”. Nata dalla fusione a fine 2021 tra Cherry 106 e Banco delle Tre Venezie – specializzata in servizi di supporto alle imprese ad alto potenziale, trasformazione di portafogli NPL e acquisto di crediti fiscali – la mission a lungo termine dell’istituto è portare gli attuali 20 private banker, che gestiscono circa 600 milioni di masse, a 100 professionisti con masse oltre 2,5 miliardi.
A breve l’apertura di due nuovi uffici, a Milano e Roma, che porteranno a 9 le filiali oltre alla sede centrale di Padova, che da sole impiegano già 300 risorse. “Il nostro modello di servizio prevede una remunerazione basata su fee on top, in cui al cliente sono restituite le commissioni che la società di gestione versa alla rete – ha rivelato al quotidiano di Confindustria il responsabile commerciale della divisione wealth management, Luca Caramaschi -. Lavorando con un sistema in architettura aperta, per noi è assolutamente indifferente un prodotto piuttosto che un altro: raccomandare Btp, fondi o polizze è assolutamente la stessa cosa. Quello che conta è la consapevolezza del cliente e che il piano di investimento proposto sia nel suo totale interesse”.
Popolare Valconca-Cherry Bank, Sì dei Soci: “Subito al Lavoro”