14 Marzo 2023

Crack SVP, il « Gong « al Rialzo dei Tassi

di Giuseppe Gaetano, chief editor

Il fallimento di Silicon Valley Bank e l’intervento delle autorità americane pesano, misteriosamente, sui listini europei.

La notizia è ancora fresca e le Borse è noto che vivano di sbalzi anche senza shock, non è escluso quindi che i titoli inizino a riprendersi già in questi giorni dopo l’ombrello aperto dalla Federal Reserve sui depositi. Il Fondo di salvataggio sistemico Usa, tra SVB e Signature, spalma quasi 300 miliardi di dollari di depositi su tutte le banche aderenti per fermare il “contagio” e placare il panico generalizzato di tutti i depositanti (per SVB, al 97% non si tratta non di persone fisiche ma di start up con capitali oltre la soglia di assicurazione di 250mila dollari). Oltre a garantire questi depositi, per proteggere tutti gli altri la Fed ha inaugurato una nuova linea di credito offrendo prestiti della durata di un anno a ogni istituto interessato. Eppure l’effetto domino c’è stato lo stesso, nonostante i paracadute aperti all’istante dall’altra parte dell’Atlantico e il business degli istituti europei sia meno tecnologico e piu’ differenziato: il fintech, segmento dominato da venture capital e private equity, nel vecchio continente non ha infatti ancora grande spazio.

La possibilità che ora la Fed blocchi o quantomeno moderi a soli 25 punti base i nuovi rialzi dei tassi di interesse elimina quello che finora è stato il volano dei ricavi bancari, è vero, ma anche la sua mannaia in caso di investimenti in massa in titoli pubblici. Tassi troppo bassi e perfino negativi, per ben 15 anni, hanno favorito l’accumulo di debiti. Adesso lo stop all’innalzamento del costo del denaro, a cui probabilmente la Bce si adeguerebbe (sebbene abbia come mandato la riduzione dell’inflazione e non la tenuta occupazionale), potrebbe frenare un’emorragia finanziaria che si era già estesa a Signature Bank, tamponando la svalutazione di portafogli o le probabilità di insolvenza dei debitori. E potrebbe anche mettere fine al rischio di recessione economica (che se fosse subentrata con una inflazione ancora alta avrebbe potuto condurre allo scenario ancora peggiore della stagflazione).

Non vediamo un rischio specifico di contagio, certo monitoriamo la possibilità di un impatto indiretto in stretto contatto con la Bce” e “apprezziamo le iniziative intraprese dalle autorità americane” dice il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni -. Le banche europee tutte, non solo le più grandi, stanno applicando gli standard di prudenza di Basilea” ridimensionati invece negli Usa dall’amministrazione Trump. Fa eco il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “Il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di supervisione assicurandone così la stabilità e confidiamo che, se necessario, anche le autorità europee intervengano con la medesima tempestività valutando le implicazioni per la condotta della politica monetaria e per la stabilità finanziaria“. “Siamo ben posizionati, abbiamo introdotto modifiche al nostro quadro normativo nell’ultimo decennio – ha ribadito pure il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe -. Siamo in grado di reagire agli sviluppi e gestire questo tipo di rischi“.

Anche l’Abi ridimensiona la vicenda californiana che “evidenzia come gli elementi critici per assicurare la sopravvivenza di una banca siano la liquidità e il capitale. Nella Ue la situazione appare assai più tranquilla, innanzitutto per la maggiore severità e prudenza della Vigilanza che anche molto di recente hanno sottolineato il consistente rafforzamento medio della solidità delle banche“. Certo, “con la globalizzazione, l’apertura dei mercati e le sempre più immediate tecnologie, anche le crisi lontane possono avere ripercussioni” tuttavia le banche italiane “sono soggette a un quadro di regole e di vigilanza molto incisivo: gli indici di liquidità sono ben superiori ai livelli minimi richiesti“.

Banche Italiane “Forti” anche con meno Prestiti e crack SVB

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