Il CdA di Banca Popolare del Lazio ha approvato oggi la relazione semestrale consolidata rilevando risultati ampiamente positivi per il Gruppo, sia dal lato patrimoniale che economico, confermando gli effetti postivi della complessa ristrutturazione del Gruppo avviata nel 2021.
La prudente politica degli accantonamenti effettuata negli esercizi precedenti ha permesso infatti di anticipare gli effetti del noto quadro congiunturale in termini di deterioramento della qualità del credito. L’utile ha toccato quota 11,4 milioni di euro. Il margine d’intermediazione si attesta a 59,2 mln (+6,8% annuo). I costi operativi sono leggermente aumentati a 1,3 mln (+3,5%) a causa dell’inflazione che ha incrementato i prezzi delle spese amministrative
Da un punto di vista patrimoniale, il Gruppo registra un incremento dei crediti verso clientela, in particolare nelle forme tecniche a breve scadenza rotative, ma anche sui finanziamenti a medio e lungo termine. Gli impieghi economici lordi a clientela ammontano a 2.129 mln (+6,54%) mentre diminuisce la raccolta diretta (2.342 mln, -8,7% rispetto a dicembre scorso) e indiretta (1.128 mln, -7%) in quanto il rialzo dei rendimenti ha generato un significativo spostamento verso forme di investimento che garantissero una maggiore remunerazione, con particolare riferimento alla clientela istituzionale.
Rispetto al 2022 si rileva anche un lieve aumento dei crediti deteriorati in relazione ai valori lordi del 5,63%: in dettaglio, le inadempienze probabili risultano in calo del 9,41% (-3,7 mln), mentre le sofferenze aumentano del 5,02% (+2,7 mln) ed i crediti scaduti di 6,7 milioni. Il tasso di deterioramento si attesta però al 4,98%, in diminuzione rispetto al 5,41% del giugno scorso e anche l’NPL ratio netto risulta in significativo miglioramento, passando dal 3,02% della semestrale dello scorso anno all’attuale 2,67%. Il CET 1 è al 15,88%, ampiamente sopra i margini di vigilanza a testimonianza della solidità del Gruppo bancario.