Si prevede che l’esecuzione dell’offerta pubblica di scambio volontaria, lanciata oggi da Unicredit sulla totalità delle azioni di Banco BPM, sarà completata entro giugno 2025, con la piena integrazione entro i 12 mesi successivi e la maggior parte delle sinergie realizzate entro 24 mesi.
L’operazione – per un controvalore di oltre 10 miliardi di euro ed efficace con almeno il 66,67% delle quote in BPM – mira a creare una seconda banca ancora più forte nel nostro mercato e la natura complementare delle attività, sia in termini di aree geografiche che di segmenti di clientela, fan sì che rappresenti un rischio di esecuzione gestibile e coerente con le mission strategiche di Unicredit: gli ambiti di sovrapposizione, rilevanti ai fini della tutela delle concorrenza, appaiono inoltre limitati e non presenterebbero rischi connessi all’Antitrust.
Con l’acquisizione di uno dei nostri obiettivi storici, rafforziamo la nostra posizione in Italia e incrementiamo ulteriormente il valore che possiamo creare per i nostri stakeholder in quel mercato, così come per gli azionisti – dichiara Andrea Orcel –. L’Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi, che la aiutino a sviluppare la propria economia e a competere contro gli altri principali blocchi” ha aggiunto l’AD con uno sguardo al parallelo dossier Commerzbank: la mossa, specifica il comunicato, è comunque “autonoma e indipendente” dall’investimento nel capitale sociale dell’istituto tedesco.
Sia il colosso di Piazza Gae Aulenti che il player guidato da Giuseppe Castagna hanno da poco chiuso degli ottimi bilanci al terzo trimestre 2024: la realtà paneuropea risultante dall’aggregazione diventerebbe la 3° banca europea per capitalizzazione di mercato. La redditività combinata beneficerà di sinergie stimate in circa 900 milioni all’anno a regime, più altri 300 mln da sinergie di ricavo da ottenere rafforzando l’offerta di prodotti e servizi, integrando pienamente le fabbriche prodotto di BPM e migliorando la tecnologia.
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