di Giuseppe Gaetano, editor in chief
“Pensavamo che le condizioni per procedere non ci fossero ma in estate, sentiti i rumor, abbiamo deciso di acquistare titoli sul mercato a prezzi piuttosto attrattivi: quando poi il governo si è deciso a vendere e noi eravamo tra gli investitori che avevano contattato per comprare le azioni, abbiamo fatto un’offerta ed è stata accettata“.
Il Ceo di Unicredit Andrea Orcel ha spiegato così, a Bloomberg Tv, l’acquisto (per ora) del 9% delle quote di Commerzbank. “Potremmo salire, scendere o combinare – ha aggiunto a proposito dell’eventualità di completare l’operazione acquisizione, una volta ottenute le approvazioni normative: “Le discussioni sulla partecipazione sono in corso – ha detto Orcel –. Dato che ora siamo un investitore, possiamo impegnarci per capire se vogliamo creare qualcosa di più del solo valore creato da Commerzbank stand alone“.
Una mossa che – secondo il manager – non dovrebbe stupire gli operatori essendo coerente con la strategia dell’istituto di credito: a fine 2023 la fusione con le filiali romene di Alpha Bank e la partnership in Grecia; a luglio 2024 l’acquisto di Aion e Vodeno, rispettivamente digital bank belga e società polacca fornitrice di servizi finanziari basati su cloud. In mezzo, l’investimento nella fintech tedesca Banxware: attualmente, infatti, la Germania è il secondo mercato più grande del Gruppo, presente nel Paese dal 2005 grazie all’unione con HVB.
Dunque Unicredit non fa che continuare a esaminare potenziali accordi, come un possibile modo per impiegare parte del capitale in eccesso; tuttavia l’affaire Commerz ha subito acceso i riflettori della comunità finanziaria.
La stessa presidente della Bce, Christine Lagarde – ieri, nella conferenza seguita al taglio dei tassi di interesse – ha risposto a una domanda dei giornalisti sull’iniziativa affermando che l’SSM “farà ciò che deve fare” ma che “sarà molto interessante” vedere questo processo di consolidamento cross-border nel prossimo futuro, dopo che “le fusioni transfrontaliere sono state auspicate da molte autorità“. Anche Joachim Nagel, presidente della Bundesbank e quindi membro del board di Francoforte, ha salutato con favore la notizia: “È chiaro che abbiamo bisogno di banche forti e robuste – ha dichiarato -. In una fusione, qualunque forma essa assuma dipende dalla complementarietà dei modelli di business e dal fatto che il risultato sia un player competitivo“.
Arriva pure la benedizione di Morningstar DBRS: “Dopo un lungo e drastico processo di ristrutturazione, che ha incluso aumenti di capitale, cessioni di attività e derisking – scrive l’agenzia di rating –, UniCredit è tornata sulla scena europea come uno degli attori più attivi per il potenziale consolidamento” del comparto.
L’ondata di privatizzazioni bancarie non riguarda solo Germania e Italia, alle prese col programma di disinvestimento in Mps e Poste: il governo olandese ha appena venduto 1,17 miliardi di azioni di Abn Amro riducendo la propria partecipazione proprio di 9 punti, dal 49,5 al 40,5%.
Unicredit guarda a Est, Orcel: “Nuove Acquisizioni nei Prossimi Anni”