4 Giugno 2024

Banche italiane in forma, verso un brillante primo Semestre 2024

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Con condizioni operative migliori del previsto, il 2024 sta andando a gonfie vele per il sistema bancario pur persistendo rischi latenti, legati in particolare ai crediti fiscali degli ecobonus.

E’ vero che nei primi 3 mesi dell’anno “le banche italiane hanno mostrato il primo calo trimestrale del margine di interesse netto dal primo trimestre del 2021, poiché l’effetto positivo degli aumenti dei tassi si è affievolito” evidenzia Scope Ratings – trend peraltro messo in conto anche nelle prossime trimestrali, con l’inizio del ciclo di tagli al costo del denaro – tuttavia i profitti resteranno elevati e proprio l’allentamento della politica monetaria della Bce potrebbe rilanciare finalmente i volumi dei prestiti.
Dai bilanci pubblicati nelle scorse settimane, fino a marzo i coefficienti CET1 dei Big sono aumentati ulteriormente al 15,3% e la crescita dei ricavi è stata guidata dal forte rimbalzo delle commissioni attive, che a sua volta riflette il crescente slancio delle vendite di prodotti di gestione patrimoniale, assicurativi e di pagamenti; nel mentre la crescita delle spese è stata contenuta e il costo del rischio ha toccato un nuovo minimo di 33 punti base, rispecchiando la solida qualità dei finanziamenti erogati.

Il blando deterioramento del credito è tra gli elementi che lasciano ben sperare il comparto: i flussi Npe rimangono limitati e le percentuali di default inferiori ai budget per l’esercizio in corso; il rapporto medio dei deteriorati lordi resta stabile per gran parte degli istituti. “L’impatto dei maggiori interessi inizia a colpire i mutuatari più vulnerabili, ma le banche sono ben preparate a questo grazie agli accantonamenti preventivi e all’elevata copertura” affermano i ricercatori. Aggiungiamo che la formazione di deteriorati in pancia ai player continua a sconfessare le numerose fosche previsioni dei media: da almeno un paio di anni, trimestre dopo trimestre, il flusso di nuovi crediti problematici si mantiene infatti su livelli costanti. Inoltre l’aumento delle riserve di capitale potrebbe essere utilizzato per rafforzare le posizioni di mercato, magari attraverso fusioni e acquisizioni; non a caso, da gennaio si rileva un aumento degli annunci di M&A da parte dei Big.
Secondo l’agenzia, infine, la modifica del governo al decreto Superbonus ha fugato i timori di una piena proroga retroattiva della scadenza dei crediti d’imposta legati alle agevolazioni edilizie, verso cui l’esposizione di alcuni istituti è notevole. Di fatto, l’unica variabile indipendente impazzita restano i conflitti e le tensioni geopolitiche che proseguono a solcare il pianeta.

A ribadire la bontà degli ottimistici outlook diffusi da PLTV fin da inizio 2024, si aggiungono le foto scattate al settore in questi giorni non solo dalla positiva Relazione annuale di Bankitalia, ma anche dai consulenti di Kearney: l’anno passato le nostre divisioni retail hanno recuperato il gap di redditività ed efficienza con gli intermediari europei, per un rapporto costi/ricavi sceso a 54 e un utile per cliente salito del 124%, riducendo nel frattempo i costi operativi per compensare l’inflazione. Il +50% a/a segnato dal margine di interesse è spiegato dagli analisti “con la tipologia di impieghi tipica delle banche italiane, più esposte verso i tassi variabili anziché fissi, e con la capacità di contenere al minimo l’incremento dei costi della raccolta, specie sul fronte retail”.
Ma se le relazioni record del 2023 non sono certo una novità, il report della società si unisce ai tanti che prevedono, appunto, ottimi bilanci pure nel 2024. Nonostante le ricadute negative dall’atteso allentamento della stretta monetaria di Francoforte, in occasione della prima trimestrale tutti i grandi Gruppi – da Intesa Sanpaolo a Unicredit a Banco Bpm – hanno confermato le diverse “guidance” sui profitti e pronosticato ricavi da commissioni in crescita: vedremo a breve le seconde trimestrali ma la vera sfida, sul margine, è rinviata al 2025.

Banche Italiane in Salute, dalle prime Trimestrali la spinta verso un Eccellente 2024

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