Banca d’Italia comunica che i prestiti al settore privato sono diminuiti del 2% a maggio, rispetto al -2,2% del bollettino di aprile: i prestiti alle famiglie si scesi dell’1,1% annuo (-1,2% mensile) e quelli alle imprese del 3,1% (-3,4%).
Continuano a calare, leggermente, solo gli interessi sui mutui immobiliari: a maggio si sono collocati al 4,04% dal 4,09% di aprile, mentre la quota con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno si è ridotta dal 14 al 10%. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo salgono dal 10,59 al 10,66%; quelli sui finanziamenti alle aziende dal 5,30 al 5,38% (5,72 per importi fino a 1 milione di euro, 5,14 per somme superiori). Percentuali e trend differenti, dunque, dall’analogo report ABI per lo stesso mese di maggio.
L’Unione nazionale consumatori è stata tra le prime organizzazioni di categoria a commentare i numeri, con delusione: la diminuzione è giudicata “insoddisfacente” dal presidente Massimiliano Dona, secondo cui “sembra in fase di esaurimento il percorso virtuoso iniziato a fine del 2023 , servirebbe un nuovo input da parte della Bce“.
In scia alla stretta monetaria della Bce “la dinamica del credito si è fortemente indebolita” a valori analoghi a quelli della crisi di 15 anni fa, anche se “gli effetti sull’economia reale sono stati assai meno gravi” ha riconosciuto proprio oggi il governatore di Bankitalia Fabio Panetta all’assemblea annuale ABI: “Il protrarsi della debolezza – ha detto – inciderebbe su un contesto che come in altri Paesi è esposto a vulnerabilità, in cui è difficile immaginare interventi pubblici come quelli eccezionalmente generosi varati dopo la pandemia. La consistenza dei finanziamenti alle imprese ha registrato una decisa contrazione, che solo ora si sta attenuando; i prestiti alle famiglie hanno anch’essi rallentato bruscamente, fino a ristagnare nell’ultimo anno“.