Appena una dozzina di astenuti su quasi 4mila soci presenti tra entrambe le assemblee straordinarie: Bcc di Verona e Vicenza e Bcc Patavina hanno approvato sabato a stragrande maggioranza l’aggregazione che darà vita nel 2024 alla Bcc Veneta del gruppo Iccrea: terza in Italia per sportelli (92), quarta per attivo (6,5 miliardi di euro), sesta per soci (29 mila).
“Siamo orgogliosi che i soci abbiano accolto con favore il progetto di fusione – commenta il presidente di BCC Verona e Vicenza, Flavio Piva -. BCC Veneta fonda la propria missione sui valori del credito cooperativo, valorizzando l’identità e le specificità dei territori, sempre vicina a persone e imprese per un progetto veneto comune“. “Il nostro impegno – ha dichiarato l’omologo di Patavina, Leonardo Toson – è di continuare ad essere BCC a forte vocazione mutualistica, che genera valore per la comunità, attenta alla sostenibilità sociale e ambientale, rivolta in particolare ai giovani“.
Il territorio di competenza abbraccerà 237 comuni di tutte le province venete tranne Belluno, più Trento e Mantova. Il nuovo istituto conterà su 700 collaboratori, oltre 130mila clienti, un patrimonio di 470 milioni, e un prodotto bancario lordo di circa 9,5 mld: a fine 2023 si stima una raccolta diretta congiunta pari a 4,08 mld (+0,6% annuo), una indiretta pari 2,46 mld (+ 13%), impieghi netti per 2,98 mld (+ 0,9%) e utili netti per 60 mln.
Obiettivo della fusione è “colmare il vuoto lasciato da Veneto Banca e Popolare di Vicenza” e “cogliere le opportunità e affrontare le sfide del mercato con un modello di servizio policentrico e decentrato sui territori. Nell’ambito della relazione con i clienti verranno inoltre adottati strumenti sofisticati per soddisfare le esigenze più evolute e valorizzare al contempo le potenzialità dell’economia reale per favorire lo sviluppo dei business locali e la transizione green delle imprese”.
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