Nei primi 5 mesi del 2024 il factoring ha registrato un volume d’affari complessivo pari a 113,11 miliardi di euro, +2,46% annuo e il rapporto Forefact indica per l’intero esercizio un tasso medio di crescita del 3,58%, con un’accelerazione quindi nel secondo semestre; ancora meglio le operazioni di supply chain finance, che costituiscono circa il 10% del business del compart, cresciute del 4,02% da gennaio a maggio con un turnover di 11,45 mld.
Gli ultimi dati sul mercato dal presidente di Assifact Massimiliano Belingheri, nell’odierna assemblea annuale dell’associazione rappresentativa di un settore che vale il 14% del Pil nazionale e che nel 2023 – mentre il credito erogato alle imprese scendeva del 3,8% a/a – ha retto con circa 290 mld di turnover (+0,87%) e oltre 32 mila aziende clienti (di cui il 63% Pmi) arrivando a rappresentare il 12% del mercato europeo e l’8% di quello mondiale.
Il factoring si conferma quindi “partner strategico per le imprese, in grado di assicurare una fonte di liquidità versatile e allineata allo sviluppo del fatturato – dice Belinghieri -. La qualità del credito rimane un fattore distintivo dell’attività: le esposizioni lorde deteriorate al 31 dicembre 2023 risultano pari al 3,08% e le sofferenze all’1,44% del totale, in diminuzione rispetto a fine 2022“.
Le sfide arrivano ora dall’impatto sulla catena della fornitura delle nuove normative europee contro i ritardi nei pagamenti delle transazioni commerciali (Late Payment Regulation) e sulla sostenibilità aziendale (Corporate Sustainability Due Diligence Directive): “E’ ancora incerto ma sicuramente non indolore, tuttavia siamo pronti a fornire alle imprese le risorse finanziarie per provvedere all’accorciamento dei tempi di pagamento effettivi senza impattare eccessivamente la propria struttura finanziaria. È fondamentale – conclude Belingheri – che la revisione della Definition of Default nel factoring, contenuta nell’ultimo mandato EBA tenga conto delle peculiarità del settore per evitare il rischio di una contrazione dell’offerta di credito sul circolante“, specie per le realtà medio piccole.
“La proposta di revisione della direttiva Late Payment – ha aggiunto a tal proposito Angelo Camilli, vicepresidente di Confindustria per Credito, Finanza e Fisco – contiene alcune revisioni importanti e può essere ulteriormente rafforzata, soprattutto per scoraggiare comportamenti finalizzati ad allungare i termini di pagamento estendendo la durata delle procedure di verifica o impedendo il momento dell’invio della fattura: il ruolo del factoring resta una leva essenziale per la politica commerciale delle imprese che fanno affidamento su dilazioni di pagamento concordate tra le parti“.
Spazio nel dibattito anche alle soluzioni Supply Chain Finance, in particolare reverse factoring e confirming: un approccio innovativo, abilitato da nuove tecnologie, che permette di ottimizzare i flussi finanziari lungo la filiera migliorando la liquidità, riducendo i costi e rafforzando le relazioni tra acquirenti e fornitori.
Fonti di liquidità aggiuntive, attraverso cui anticipare l’incasso dei crediti commerciali verso il buyer, consentono nuovi investimenti e migliori negoziazioni, mentre le piattaforme SCF efficientano le operazioni fornitore/cliente digitalizzando scambi informativi e facilitando la gestione di eventuali controversie. Senza contare il supporto alla transizione sostenibile, impostando programmi appositamente pensati apposta per premiare le performance Esg.
Factoring, Volumi in leggera Crescita: Mercato “Distressed” da 40 miliardi nel 2024