L’approccio gestionale orientato al valore e l’anticiclicità del business sono alla base della profittabilità sostenibile di Compass anche nel nuovo contesto: 1,7 miliardi di erogato nel trimestre nonostante il brusco calo di marzo dovuto al lock down.
Il mercato del credito al consumo è stato pesantemente colpito dall’emergenza sanitaria con un forte rallentamento dell’erogato nel mese di marzo (-38%) che ha interessato principalmente la domanda di prestiti personali (-47%) e finanziamenti finalizzati (-56%) e in minor misura le carte di credito (-20%). Tali flessioni sono state ancora più accentuate nelle ultime due settimane di marzo e sono proseguite in aprile. Sebbene la divisione sia colpita nell’immediato dal lock down, in questo nuovo scenario la sostenibilità del modello di business è confermata da:
Anticiclicità del business, vista la limitata correlazione che in passato il costo del rischio e l’erogato hanno mostrato con l’andamento del PIL.
L’erogato della divisione si attesta nel periodo gennaio-marzo a Euro 1,7 miliardi (contro Euro 1,9 mld nello stesso periodo 2019), nonostante le ultime due settimane di marzo hanno mostrato una caduta di oltre l’80%. I primi due mesi e mezzo dell’anno hanno beneficiato del buon andamento della rete commerciale (inclusa l’apertura di 6 nuove agenzie) consentendo di raggiungere i 5,6 miliardi di erogato da settembre 2019 in lieve aumento rispetto allo scorso anno (5,4 miliardi) e consolidando la quota di mercato del 10%. Nel dettaglio, i prestiti personali restano stabili a 2,8 miliardi (con una quota di canale diretto pari a 1,6 miliardi), mentre crescono finalizzato (+12% a 747 milioni) e auto (+11,5% a 897 milioni).
Impatto Covid-19
Compass e Futuro hanno aderito alla moratoria volontaria avviata dall’associazione di categoria Assofin, a favore dei clienti colpiti dall’emergenza Covid-19 consentendo di rimandare il pagamento delle prime due/tre rate in scadenza del finanziamento in essere.
Al 31 marzo erano pervenute 11.120 richieste per un’esposizione complessiva di 139,4 milioni (1% dei crediti in bonis) con rate differite per 6,7 milioni; l’80% delle concessioni riguardano clienti che prima dell’emergenza non presentavano ritardi e pertanto non hanno comportato un peggioramento del rischio creditizio tale da determinare un passaggio ad una categoria di bonis più rischiosa (cd. stage2). La parte residua invece concorre all’incremento dei crediti in stage2 (da 1.090,8 a 1.261,9 milioni, pari al 9,2% degli impieghi) col conseguente incremento del tasso di copertura del bonis dal 2,7% al 2,8%.
I risultati reddituali della divisione si confermano eccellenti, nonostante i primi impatti dell’emergenza sanitaria.
La divisione chiude un utile netto di 247,9 milioni (256,1 milioni lo scorso anno) con un contributo trimestrale di 80,7 milioni (79,2 milioni lo scorso trimestre), dopo ricavi per 805 milioni (+4,6%) ed un Cost/Income che si mantiene al 28,1%. Il calo del risultato netto nei 9 mesi sconta, oltre all’accantonamento straordinario dello scorso semestre (4,7 milioni per la sanzione AGCM), un incremento del costo del rischio (da 190 a 202bps), già evidenziato nel primo semestre e accentuatosi con la chiusura di marzo.